Nughedu festeggia la nuova centenaria
Sisinnia Mattu ha raggiunto il traguardo del secolo di vitaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Insieme fanno 205 primavere. Ad accomunarle, oltre ad aver raggiunto e in un caso oltrepassato il traguardo dei 100 anni, è il paese d’origine, Nughedu Santa Vittoria. Ma non solo. Nei loro ricordi ormai non c’è più traccia, ma chi conosce il loro vissuto è pronto a testimoniare che da ragazze le due signore si frequentavano. E proprio in virtù di quest’amicizia lo scorso 9 ottobre a festeggiare i 100 anni di Sisinnia Mattu c’era anche la compaesana Maria Antonia Tatti, che il 6 gennaio ha compiuto 105 anni.
In chiesa tra loro la sindaca Vanessa Corda a sugellare uno di quei momenti che segna il vissuto di una comunità. La neo-centenaria vive nella sua casa, accudita dai figli Daniele, Giuseppe e Antonio che fanno i turni per assisterla aiutati dal personale Oss. Dopo la messa il 9, all’ex oratorio la festa: in dono dall’Amministrazione a Tzia Sisinnia una targa e i fiori. Quella della signora Sisinnia è stata una vita semplice. “Mio padre faceva il pastore e io e le mie sorelle andavamo ad accudire le pecore”, racconta. Anche il marito Salvatore Tatti, scomparso nel 2008, faceva l’allevatore. E Sisinna, oltre a dedicarsi alla famiglia ed essere una cristiana praticante, dava una mano con il lavoro, preparando il formaggio. Ha conservato l’abitudine di alzarsi presto e le piace sedersi fuori a prendere il sole, dopo che si prepara in autonomia. Piatto preferito? “Apro il frigo e controllo cosa c’è. Prima la vita era più dura, c’era tanta povertà”. Immancabile per lei ancora oggi un bicchiere di vino ai pasti. Un vissuto completamente diverso quello di Maria Antonia Tatti, da alcuni anni ospite della comunità alloggio a Nughedu. È in struttura da quando, oltrepassati i 100 anni, si è rotta il femore una prima volta. Perché tre anni fa, se l’è rotto una seconda volta. Tzia Maria Antonia, conosciuta come “Bella”, in virtù della bellezza che l’ha sempre contraddistinta, ha frequentato la scuola fino alla terza elementare, poi ha dovuto interrompere gli studi per aiutare in casa. Neanche maggiorenne, ospite di una cugina nella Penisola, ha frequentato un corso di taglio e cucito a Firenze. “Era una bella città, mi trasferì lì che potevo aver 16 o 18 anni, non ricordo”, dice rivolgendosi all’operatore che cerca di farla scavare nella memoria. Prova punzecchiarla: “Bella perché non si è mai sposata e non ha avuto figli?”. E lei risponde un “Hai proprio ragione”. Dopo aver preso il diploma di sarta è rientrata a Nughedu e ha iniziato ad insegnare taglio e cucito. Nel giorno del centesimo compleanno si è presentata in tacchi e pelliccia. “Ancora oggi ama vestire elegante e non rinuncia alle pantofole leopardate”, spiegano dalla comunità. Ora impazzisce davanti a dolci e caramelle. “Come i bambini”, sorride.