Non è stato solamente un negozio di prossimità ma un luogo di socialità che ha creato un senso profondo di umanità, sviluppando l'afflato comunitario. Dopo oltre cento anni di attività ininterrotta, la storica bottega di alimentari della famiglia Scanu abbassa definitivamente la serranda l’ultimo dell’anno.

Giannetto, ultimo titolare, commenta: «Mi dispiace tanto ma è arrivato il momento. Sarà strano dopo tanti anni andare a fare compere altrove».

Non chiude solo su un esercizio commerciale, ma tramonta un secolo di storia, lavoro e relazioni che hanno segnato la vita del quartiere e dell’intero paese e di intere generazioni. Ora è alla ricerca di potenziali acquirenti che prenderanno il testimone ma non sarà più il negozio che ha scandito la vita comunitaria per oltre un secolo.

Antichi pesi

Fondato a fine dell’Ottocento da Pietro Ortu e dalla moglie Imbenia Marras, passò poi di mano al nipote Giovanni Congiu nel 1926, piccolo orfano che poi diventerà padrino di Giannetto. Proprio quell’anno Ferruccio Scanu, babbo di Giannetto, fu assunto come garzone nella bottega di Congiu, apprendendo e maturando il mestiere di negoziante. All’epoca si vendeva di tutto: alimentari, casalinghi e coloniali, addirittura petrolio, pece e allume di rocca, coloranti e solventi. Giannetto ancora custodisce gelosamente pesi, contenitori, bilance e altri arnesi storici. Nel 1961, alla morte di Congiu – che poi lascerà tutti i suoi beni all’Asilo Infantile di Milis con il vincolo di istituire un Orfanotrofio - Ferruccio prese le redini del negozio instradando il piccolo figlio Giannetto, che crebbe in quel clima tra pesate con la bilancia a due piatti alla sistemazione della merce e delle granaglie da vendere.

Il negozio ha attraversato epoche e trasformazioni profonde: due guerre mondiali, il boom economico, i cambiamenti delle abitudini di consumo e l’avvento della grande distribuzione. Sempre fedele alla propria identità, ha continuato a rappresentare un punto di riferimento per la spesa quotidiana dei Milesi, basata su prodotti genuini, rapporti umani e fiducia reciproca.

Maestro del Commercio

Dietro il bancone Giannetto e la moglie Maria Loi hanno portato avanti l’attività con tanta dedizione, impegno e anche sacrificio, per questo ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui quello di "Maestro del Commercio" nel 2012 per i 57 anni di attività, premiato dalla Confcommercio. Per molti clienti non è stato solo un luogo dove acquistare pane, formaggi o salumi, ma uno spazio di incontro, di racconti e di piccoli gesti quotidiani che hanno dato senso alla comunità. Molti clienti «coglievano l’occasione della spesa per confidarsi e sfogarsi delle difficoltà della vita», ricorda Giannetto.

La decisione di chiudere arriva con rammarico ma anche con consapevolezza.

Dagli anni ‘90 siamo associati alla Grande Distribuzione che ci ha sostenuto nel mutamento del mercato e nel passaggio dalla lira all’euro. Una storia plurisecolare con tanti aneddoti, tra cui: «una signora anziana non ancora abituatasi alla nuova moneta dell’Euro, al momento di pagare la spesa aveva risposto "e in dinai cantu faidi ?", preferendo il conto in lire», rammenta sorridente Giannetto.

Una scelta sofferta la chiusura ma inevitabile: «È stata una parte importante della nostra vita ma i tempi sono cambiati e non è più possibile andare avanti. Però il negozio proseguirà con trasformazioni inevitabili e con una nuova gestione», spiega Giannetto.

Con la chiusura della bottega se ne va un pezzo di storia locale, simbolo di un modo di fare commercio basato sulla vicinanza e sulla relazione umana. Resta però il ricordo di oltre cento anni di lavoro onesto e di un’eredità fatta di valori che continueranno a vivere nella memoria di chi, almeno una volta, ha varcato quella soglia.

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