La mattina si prende cura delle sue clienti in un centro estetico di Oristano, il pomeriggio lo dedica alla terra, a quello che è diventato un sogno dopo aver trascorso diversi anni con la zappa in mano, non lontano dal luogo in cui è cresciuta. Nel terralbese, ai piedi del Monte Arci, c’è un ettaro e mezzo di campagna in cui si respira un'aria esotica. Jessica Camedda, 35 anni, estetista e mamma di due bambine, è riuscita a far crescere tanti alberi di avocado, ben 27 varietà. Ma c’è anche mango, guaiave, feijoa, atemoya, annona e noce pecan.

Jessica Camedda, 35 anni

Frutti esotici di nicchia made in Sardegna per un totale di un migliaio di alberi. Un progetto dal titolo Avosardo nato nel 2019 insieme al marito e che sta dando i primi frutti da pochissimo tempo. Inaspettatamente. L'idea è nata dalla passione per la frutta esotica, ma anche per dimostrare che la terra dell'Oristanese può regalare frutti che solitamente arrivano da altre zone come Perù, Messico e Marocco. 

«Prima di iniziare questa nostra avventura - racconta Jessica Camedda - Abbiamo viaggiato tanto in tutto il mondo, alla scoperta dei frutti più particolari. Poi abbiamo effettuato diversi studi di fattibilità sui terreni della nostra zona e sul clima, per capire se le caratteristiche dei campi potevano essere adatte alla coltivazione. E con i nostri risparmi alla fine siamo riusciti ad acquistare un ettaro e mezzo non lontano dalla frazione di Sant’Anna, dove sono cresciuta».

Poi è iniziata la preparazione del terreno: «Per acquistare le piante siamo andati direttamente nei vivai specializzati, sia in Italia ma anche all’estero  - racconta - Da appassionati quali siamo, volevamo vederle con i nostri occhi. Poi è iniziata la piantagione, ma nel frattempo ho dovuto anche studiare per avere il patentino verde».

Le piantine di qualche anno fa ora sono ora alberi alti anche tre metri e ricchi di frutta: «Da pochissimo abbiamo iniziato la prima raccolta, ancora non mi sembra vero  - racconta Jessica - Siamo sempre in contatto con i tecnici dei vivai specializzati. Ora possiamo affermare con certezza che anche le nostre zone sono adatte alla coltivazione di frutti tropicali, sempre più richiesti sui mercati. C'è un futuro che dobbiamo sfruttare. Credo che con il tempo questi frutti diventeranno comuni come quelli che consumiamo oggi. Ora siamo al lavoro per contattare altri agricoltori con l'obiettivo di creare un unico canale, vista la grande richiesta di prodotto anche nella nostra isola».

Ma c'è dell'altro: «Il mio sogno sarebbe quello di collegare le mie passioni: l'esotico e l'estetica. La frutta tropicale viene utilizzata per la cura della pelle grazie al suo alto contenuto di vitamine, minerali e antiossidanti. Ci proverò». 

© Riproduzione riservata