Luca ucciso in Afghanistan, "Quel giorno che mio figlio mi disse: mamma, mancano 59 giorni al mio rientro"
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Sono passati quasi sei anni da quel terribile 18 gennaio del 2011 quando a Samugheo arrivò la notizia che mai nessuno avrebbe voluto avere: l'uccisione del giovane caporalmaggiore Luca Sanna in Afghanistan.
Un dolore immenso per i familiari.
Il giovane alpino era sposato da pochissimi mesi. Il prossimo 4 novembre avrebbe compiuto 38 anni.
"Ogni giorno che passa è peggio", dicono i genitori. Il papà Antonio, per fronteggiare il dolore, ha iniziato a scrivere.
"Eroi in divisa", questo il libro presentato anche a Montecitorio che racchiude le poesie dedicate a 86 giovani soldati, tra cui il figlio, caduti in missione di pace dal 2002 al 2011.
"Scrivo a tempo pieno, è un modo per evadere dai brutti pensieri. Ora il mio desiderio è che almeno i colleghi di Luca conoscano questo libro.
Antonio Sanna tutti i giorni va in cimitero per salutare il suo ragazzo: "Altrimenti non riesco a iniziare la giornata".
È diverso per la moglie Rita Castellana. "Luca per me vive tra le pareti di casa. Il primo periodo ero arrabbiata con lui, poi ho capito che l'hanno ucciso a tradimento. Non riesco ancora a capacitarmi che non ci sia più, a volte penso sia in missione segreta. Luca è morto di martedì, l'ultima volta l'ho sentito la domenica. Mi ha detto: "mamma inizia a contare, mancano 59 giorni al mio rientro".