Guilcier in marcia per dire «No alla guerra e allo sterminio di bambini in Palestina»
Tre comunità è un’unica voce di protesta e solidarietàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un lungo serpentone umano, colorato dalle bandiere della Palestina, ha attraversato questo pomeriggio le strade del Guilcier, trasformando tre comunità in un’unica voce di protesta e solidarietà. La manifestazione, partita da piazza del Popolo a Norbello, si è conclusa a Ghilarza, in piazza San Palmerio.
«Abbiamo camminato insieme per gridare il nostro ‘no’ alla guerra e al criminale sterminio di bambini», ha dichiarato padre Paolo Contini, parroco delle tre comunità, che ha accompagnato l’iniziativa passo dopo passo.
Con lui, centinaia di cittadini, studenti, famiglie, associazioni culturali, gruppi parrocchiali e rappresentanti della società civile sarda, uniti nel voler lanciare un messaggio forte e chiaro di solidarietà.
Il corteo si è via via ingrossato mentre attraversava Abbasanta, passando per via Vittorio Emanuele e via Norbello, per poi proseguire lungo corso Garibaldi e viale delle Rimembranze, fino a Ghilarza, dove ha toccato corso Umberto, via Antonio Maria Carta e via Matteotti.
«Non possiamo restare in silenzio davanti a ciò che sta accadendo – hanno sottolineato gli organizzatori – perché il silenzio, oggi più che mai, equivale a complicità».
Il momento conclusivo si è svolto in piazza San Palmerio, dove, con il coordinamento di Michele Licheri, si sono alternati interventi che hanno intrecciato testimonianze, richieste di pace e riflessioni culturali. Tra i relatori, esponenti dell’Associazione Sardegna-Palestina, di Erbafoglio, Sa Mesa Sarda de sa Paxi, Amicizia Sardegna-Palestina e Intrecci Culturali.
Numerose le adesioni: il Centro Servizi Socio-Comunitari APS di Norbello, il Comitato in Difesa dell’Ospedale Delogu Raffaele Manca, il Comitato Intercomunale Città Futura, l’Agesci Abbasanta, gruppi folk e Pro Loco, associazioni culturali e archeologiche, movimenti per la nonviolenza. Una rete ampia e variegata che ha voluto testimoniare, con la propria presenza, la vicinanza a un popolo martoriato.