A Ghilarza è sempre più vicina la realizzazione del Polo museale dedicato a Gramsci, nella terra in cui il pensatore e politico conosciuto in tutto il mondo ha trascorso l’infanzia. Entro fine mese il team di architetti, che ha vinto la manifestazione d’interesse per dare vita all’importante percorso museale, presenterà il progetto esecutivo. Si dovranno quindi pronunciare il comitato scientifico e il Consiglio Comunale per poi procedere, presumibilmente ad inizio anno, con la gara d’appalto.

Un’opera importantissima per Ghilarza e l’intera Sardegna, finanziata con un milione di euro grazie alla programmazione territoriale e all’iniziativa portata avanti alcuni anni fa con il progetto “Vivi Bargui” dalle Unione dei comuni di Guilcier e Barigadu. Il polo museale si svilupperà su tre spazi: la Casa museo, l’ex sede del Pci recentemente ristrutturata e l’abitazione privata, in mezzo alle due strutture, acquistata dal Comune.

Le proposte per la realizzazione del futuro polo museale dovevano comprendere, oltre alla Casa Museo, dimora di Antonio Gramsci dal 1898 al 1911 e oggi monumento nazionale, i due edifici ad essa adiacenti e la ex Pretura. Rispetto all’idea iniziale però è stato necessario fare delle modifiche, considerati i vincoli imposti dalla Sovrintendenza: la Casa museo resterà quindi praticamente intatta, salvo un collegamento al piano superiore che renderà  fruibili tutti gli spazi oggi off limits anche alle persone interessate da disabilità.

«Siamo contenti che questo progetto stia andando avanti nonostante le difficoltà incontrate date dai vincoli imposti. Quando lo porteremo in Consiglio  si dovrà precisare che costituirà variante al Piano particolareggiato del Centro storico. Una volta conclusa sarà una bellissima struttura in grado di accogliere davvero tutti: le persone normodotate e quelle interessate da disabilità potranno finalmente visitare tutti gli spazi. Ci conforta anche l’aumento dei visitatori e siamo certi che aumenterà ancora», dice il sindaco Stefano Licheri.

Il progetto del Polo Museale intorno alla Casa Museo Antonio Gramsci si inserisce all’interno di una strategia più generale di riconoscimento e valorizzazione dei luoghi della formazione del giovane Gramsci in Sardegna, promossa da alcuni anni attraverso le attività della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dei suoi partner culturali, scientifici e istituzionali.

 Il direttore del museo Paolo Piquereddu aggiunge: «Parallelamente dovrà contribuire a costruire e proiettare i tanti micro-luoghi di Gramsci in un sistema più ampio che parte dalla Sardegna come primo e originario paesaggio gramsciano e che trova rispettivi ambienti tematici nelle esperienze torinesi, russe, romane e in un possibile itinerario delle carceri». Gli ambienti contigui alla casa sono destinati a ospitare i servizi relativi all’accesso, all’accoglienza dei visitatori, il book shop e una piccola sala per seminari e conferenze. «Questi ambienti – prosegue Piquereddu –dovranno anche presentare una sequenza di temi/eventi associati a luoghi e persone che hanno segnato la vita di Gramsci, dall’arrivo a Torino nel 1911, e poi a Livorno, Mosca, Roma, Turi fino al triste epilogo romano nel mese di aprile del 1937. Si tratta, dunque, di concepire un viaggio spazio – temporale che, per la ristrettezza degli spazi disponibili, dovrà necessariamente fare ricorso a una serie di “sale virtuali” associate agli oggetti/documenti pertinenti ai singoli luoghi richiamati nella rappresentazione e dialoganti col visitatore attraverso dispositivi visivi e sonori, narrazioni, filmati. Al polo museale gramsciano si richiede di svolgere una funzione di presidio, di tutela attiva e di centro di “responsabilità patrimoniale” in collegamento e d’intesa con le amministrazioni locali e con la vasta articolazione di biblioteche, archivi, associazioni.  In tale prospettiva il polo museale gramsciano potrà pienamente assolvere al ruolo di hub culturale: hub come luogo di contatto tra i diversi attori sociali, di studio, analisi e interpretazione delle problematiche del territorio e di partecipazione attiva alle politiche per lo sviluppo economico sociale».

Giorgio Macciotta, presidente della Fondazione, evidenzia quindi: “Sarebbe interessante se la Regione pensasse alla possibilità di utilizzare i grandi intellettuali sardi,  quindi Gramsci, Deledda, Lussu, Satta e Dessì le cui dimore sono diventate a vario titolo case museo, per organizzare un circuito nei 5 parchi letterari attorno a queste personalità. Da tre anni noi facciamo un percorso nel novenario di San Serafino, dove i Gramsci avevano casa. Risulta molto gradito». Ora si attende la realizzazione dell’importante polo museale.

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