Ghilarza: a Zuri conferenza sull'emigrazione nelle miniere del Belgio
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Domani alle 18 al museo di Zuri, piccola frazione di Ghilarza, la storica belga Anne Morelli, il professore emerito della Normale di Pisa, Adriano Prosperi, la segretaria nazionale Cgil e del sindacato europeo Carla Cantone, la ex parlamentare europea e attuale vicesindaco di Boussu, Giovanna Corda, sono chiamati a riflettere sulle migrazioni di oggi e a ricordare quella in Belgio con la quale cominciò nel 1946 la grande emigrazione italiana e sarda del secondo dopoguerra.
E' uno degli ultimi incontri di "Uomini contro carbone", il progetto promosso dall'associazione Paesaggio Gramsci per ricordare i 70 anni dagli accordi fra il governo belga e quello italiano che portò nelle miniere fra Genk, Mons, Charleroi molte decine di migliaia di sardi, a centinaia da alcuni paesi fra i quali appunto nel Barigadu e nel Mandrolisai, Samugheo, Ardauli, Sorradile, Teti, Austis. L'associazione Paesaggio Gramsci lavora da mesi con i Comuni della sponda orientale del Tirso a ricostruire i dati, e a raccogliere le storie delle decine di minatori ancora viventi, e dei familiari che spesso li seguirono in Belgio.
Della ricerca negli archivi dei Comuni parlerà a Zuri il coordinatore Martino Contu (Università di Sassari), con la sociologa Mariantonietta Cocco (Università di Sassari) e la presidente del Fai Sardegna, Maria Antonietta Mongiu, nella tavola rotonda coordinata dal giornalista Umberto Cocco nella quale si affronterà anche il tema della immigrazione di oggi in Sardegna.Un estratto dalla lunga video-installazione con le interviste a oltre venti minatori e ad altrettanti familiari, vedove, figli, nipoti, introdurrà il convegno di Zuri.
Sono i racconti (raccolti da Simone Cireddu e Barbara Pinna) della vita difficile e dura nei pozzi e nelle baracche sulla superficie. L'insieme delle interviste finirà nelle biblioteche del territorio, e la ricerca sarà pubblicata nei prossimi mesi.