Comuni in affanno nell’Alto oristanese sul fronte dell’emergenza idrica. Se alcuni iniziano a tirare un minimo respiro di sollievo ora con le piogge abbondanti di questi giorni, resta comunque nei più la preoccupazione per un problema che, se non si portano avanti interventi mirati, è destinato a continuare a creare disagi e malumori tra i cittadini.

Tra i casi più gravi quello di Paulilatino (tra i pochi Comuni dell’Isola che gestisce in autonomia la risorsa idrica) , dove i residenti da moltissimo tempo sono costretti a fare i conti tutti i giorni con l’interruzione dell’erogazione dell’acqua. Il serbatoio, diversamente, rischia di rimanere a secco praticamente subito. E allora per fare un po’ di scorte la soluzione è quella di interrompere nelle ore notturne l’erogazione dell’acqua, per riaprirla intorno alle 6-6.30 del mattino. Ormai succede da mesi e, in alcune giornate, si arriva a chiudere l’acqua addirittura alle 17.

«Il problema che ha generato questo disservizio è dovuto al lunghissimo periodo di siccità – spiega il sindaco Domenico Gallus –. La nostra sorgente è ridotta ai minimi termini, ma in questi giorni quella che potrebbe apparire una brutta notizia, ovvero il divieto dell’utilizzo dell’acqua per fini potabili, è in realtà una notizia positiva. La torbidità dell’acqua significa infatti che la sorgente ha ripreso a funzionare e abbiamo registrato un innalzamento del livello di 40 centimetri».

Intanto il Comune, grazie a 100 mila euro arrivati per l’emergenza idrica dalla Protezione civile, sta scavando un nuovo pozzo in località S’Archinera. “Nei prossimi giorni riusciremo a dare risposte all’esito delle trivellazioni, ma prima che l’acqua possa essere messa in rete passeranno un po’ di mesi”, conclude il sindaco. Anche a Sorradile, con un accordo tra Comune, Egas e Abbanoa, si sta correndo ai ripari come spiega il sindaco Giampaolo Loi: «Abbiamo un progetto di recupero per rimettere in funzione il vecchio serbatoio che ha una portata di 204 metri cubi. Il suo ripristino risolverebbe i problemi. È lesionato e  si lavorerà per rivestirlo internamente con appositi materiali». Situazione al momento quasi tranquilla a Fordongianus, ma nel frattempo si stanno portando avanti delle verifiche sulla vecchia condotta dismessa da oltre vent’anni: si sta pensando di riattivarla. A Busachi non si contano le proteste del sindaco Giovanni Orrù su una rete che necessita di interventi urgenti.

«Auspico che finalmente Abbanoa realizzi il progetto e la Giunta regionale rimetta le risorse che sono state spostate verso altri territori. I disservizi sono all’ordine del giorno. L’unica novità è che ora Abbanoa manda le comunicazioni alle amministrazioni. I problemi, oltre che sulla rete foranea, riguardano anche le reti interne al paese. Realizzate in tubi di ghisa, ormai sono ostruite oltre il 50% e quando viene interrotta l’acqua, al momento del ripristino, esce sporca e melmosa. Abbiamo anche chiesto di realizzare un pozzo artesiano per poterlo collegare in caso di rotture nella rete foranea e il Comune ha anche acquisito l’area. È stata assegnata la progettazione ad un geologo. C stiamo impegnando per valorizzare le acque sorgive».

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