L’emblema delle difficoltà che il settore pesca attraversa a Bosa è il grande edificio del mercato ittico, edificato ormai da dieci e mai inaugurato. Costato oltre un milione di euro di denaro pubblico, nonostante impegni e promesse – perfino una contrassegnata con il celebre nodo al fazzoletto del Gabibbo di Striscia la Notizia – permane la sua chiusura e rimane irrisolto il dubbio su quale sia l’uso che occorra farne.

Mercato Ittico, dice la Regione che l’ha finanziato per questo, non area mercatale per i prodotti a chilometro zero, come era nelle intenzioni degli amministratori. Sono una sessantina i pescatori bosani che potrebbero trarre vantaggio dalla sua apertura: ma il mercato ittico rimane irrimediabilmente chiuso. Di questo e di altri problemi legati al settore della pesca ed a quello dell’agricoltura si parlerà in una serie di incontri che l’amministrazione comunale intende fare con gli operatori del settore, per cercare di creare le condizioni di un rilancio dell’economia legata al mare ed alla campagna. Ma per avviare una ripresa, è necessario innanzitutto risolvere la questione del mercato ittico, autentica incompiuta e promessa mancata. <Stiamo lavorando per aprirlo – spiega il sindaco Luigi Mastino – ma non si tratta di una cosa facile. Inizieremo con l’offerta dei suoi box rivolta alla nostra realtà locale. Ma, se come purtroppo temo, non sarà possibile ottenere risultati in ambito locale, allora procederemo con una bando internazionale, affidando la gestione dell’intera struttura>. Rimane ancora valida l’idea di avviare una realtà articolata: non solo pesce, ma anche i prodotti della campagna; una sorta di mercato a chilometri zero per l’eccellenza della produzione locale di mare e di terra. Contatti sono in corso con la Regione per modificare in parte l’originaria destinazione. Negli incontri i programma con gli operatori, l’idea sarà approfondita. Rilanciare pesca ed agricoltura significa per Bosa ripartire dal suo antico vissuto e ricostruire il substrato della sua economia. La campagna, un tempo fiore all’occhiello e vanto di Bosa, oggi è caratterizzata da una proprietà frammezzata e vissuta più per il tempo libero che per la produzione finalizzata alla vendita. Le aziende agricole registrate a Bosa sono soprattutto legate al mondo della pastorizia e dell’allevamento: due o tre quelle che operano esclusivamente nella produzione agricola. Eppure la vallata del Temo è territorio fertile e florido, celebre per la qualità dei suoi agrumi e carciofi. In passato, la figura del contadino- pescatore era tipica nella società bosana. Ritornare al legame con la terra, creare le condizioni per il superamento delle problematiche connesse alla pesca: è la sfida vitale per l’amministrazione del sindaco Mastino.
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