Suo padre si è licenziato dalla vita cinque anni fa, lasciandogli il peso di una famiglia da mantenere. Suo zio era stato ucciso da due fucilate mentre tentava di rubare un furgone, a Solarussa. La storia di Francesco Menneas, 22 anni - che l'Unione Sarda oggi in edicola racconta attraverso le parole degli orgosolesi - non può prescindere dalla pietà. Quella che pervade le parole di coetanei, dei professori dell'Agrario e del parroco. Nel frattempo è ancora caccia al complice che lo ha ucciso.

LA RAPINA - Erano le 10,45 di venerdì quando è scattato il piano criminale di cui Francesco Menneas, insieme ad almeno un complice, faceva parte. Al momento del blitz nella gioielleria c'erano il proprietario (Mattia Cugusi, 42 anni) e un rappresentante. Nelle fasi concitate del blitz l'amico ha perso il caricatore di una mitraglietta: voleva colpire col calcio dell'arma il gioielliere che si opponeva alla ferma volontà dei suoi aggressori di essere legato. Nel tentativo di ricaricarla, ha esploso accidentalmente un colpo, ferendo Francesco Menneas che è morto poche ore dopo all'ospedale San Francesco di Nuoro. Era incensurato.

IL FUGGITIVO - Il malvivente responsabile del ferimento si è dato alla fuga, a piedi, portando via il bottino che era fino ad allora riuscito ad arraffare (alcuni rotoli di gioielli) e l'hard disk col film della rapina ripreso dalla telecamera. Non è escluso che all'azione abbia partecipato anche un terzo complice.
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