Insieme al suo convivente aveva tentato di estorcere del denaro alla sorella sedicenne, colpevole a loro dire di aver creato su Facebook il profilo di entrambi a loro totale insaputa. Ieri Franco Marine, 41 anni di Orgosolo, e la sua compagna di 29 anni (di cui non pubblichiamo il nome per tutelare la protagonista minorenne), sono stati condannati rispettivamente a tre anni e due mesi e a due anni di reclusione, al netto dello sconto di un terzo della pena grazie al rito abbreviato. Su Marine pesavano anche le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violazione dell'obbligo di soggiorno a cui era tenuto all'epoca dei fatti. Reati che il pubblico ministero Chiara Capezzuto aveva chiesto di punire con una condanna a quattro anni, mentre per la donna aveva sollecitato due anni e otto mesi di carcere per la sola estorsione. Gli avvocati della difesa Stefano Piras e Pasqualino Federici, hanno invece chiesto l'assoluzione dei loro assistiti, riscontrando nella loro condotta, tutt'al più, il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

LA DENUNCIA Si è la conclusa così ieri mattina in tribunale a Nuoro una vicenda emersa lo scorso 15 aprile, quando di fronte ai carabinieri di Orani si presenta la giovanissima vittima accompagnata dalla madre. Mette a verbale l'incredibile: «Mia sorella e il suo convivente mi ricattano». Ai militari spiega che la coppia la accusava di aver creato il loro profilo sul popolare social network (circostanza che peraltro lei nega) senza che le fosse stato richiesto. Per questo doveva sborsare dei soldi, altrimenti l'avrebbero denunciata alla polizia postale per violazione della privacy. La richiesta di denaro avvenne per telefono: «Se non vuoi che scatti la denuncia - le avrebbe intimato Marine - mi devi dare 3500 euro, se no non so cosa vi può succedere dopo».

DOPPIO RICATTO La ragazza nega di essere l'autrice del profilo, ma di fronte all'insistenza e determinatezza dei due decide di prendere tempo, rispondendo che ne avrebbe dovuto parlare alla madre perchè non sapeva se era in grado di soddisfare la richiesta di tanto denaro. Dopo qualche ora al suo telefono arriva un'altra chiamata della sorella. Le comunica che il suo convivente, all'epoca in regime di sorveglianza speciale, aveva chiesto e ottenuto il permesso di potersi recare a Nuoro proprio per formalizzare la denuncia alla polizia. Poi le spiega che il denaro lo avrebbe dovuto consegnare a una giovane orgolese che studiava nel capoluogo barbaricino. La sedicenne però continua a temporeggiare. Pochi minuti dopo a chiamarla è lo stesso Marine, che le ribadisce la richiesta di denaro. Poi ancora la sorella: i toni non cambiano. A quel punto la giovane, spaventata da tanta insistenza, chiama i carabinieri ai quali chiede di registrare la telefonata che stava per fare alla sorella. Ottenuto l'assenso la chiama chiedendole di ripetere la richiesta, cosa che puntualmente avviene anche se scende a duemila euro.

LA TRAPPOLA Il giorno seguente scatta l'operazione ideata dai carabinieri: la giovane fa finta di assecondare i due e si presenta all'appuntamento con l'intermediaria (all'oscuro dell'intera vicenda) a cui doveva dare il denaro. La consegna avviene nella stazione Arst di Nuoro e non appena la busta passa di mano i militari intervengono e la sequestrano, mentre a Orgosolo scatta l'arresto della coppia, con la pesante accusa di tentata estorsione che ieri ha retto anche davanti al Gup Silvia Palmas.

FRANCESCO CABRAS
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