Si riapre clamorosamente il filone politico dell'inchiesta sul delitto di Luisa Manfredi in cui risulta indagato l'ex assessore di Lula Giampietro Cicconi, scampato a un agguato nell'aprile di tre anni fa. L'ennesimo colpo di scena di una vicenda infinita è arrivato ieri mattina, dopo che il gip di Nuoro Francesco Verderese ha deciso di accogliere la richiesta del legale di Laura Manfredi, l'avvocato Gian Luigio Mastio, ordinando alla Procura nuovi accertamenti sul bossolo da cui partì la fucilata che il 25 novembre del 2003 uccise la figlia quattordicenne di Matteo Boe. Risultato: Cicconi resta indagato ed entro sei mesi il pm Maria Angela Passanisi dovrà verificare se sulla cartuccia recuperata sul luogo del delitto siano presenti tracce organiche, come sudore o frammenti di pelle, attraverso le quali risalire al Dna dell'assassino. Un accertamento che solitamente viene eseguito nell'immediatezza e che invece verrà inspiegabilmente fatto a ben sette anni di distanza dall'omicidio e solo in seguito a una lunga battaglia legale da parte della madre della vittima e del suo avvocato.
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