Olbia, ville e night sequestratial re delle notti a luci rosse
Per la prima volta i carabinieri - infiltrati nel night - hanno applicato la norma sul sequestro dei beni dei mafiosi.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I frequentatori dello Sweet memory conoscevano la parola d'ordine: «Andiamo a cena?». La ragazza, guarda caso, accettava senza fare mai la preziosa: il prezzo della prestazione variava, ma per due ore di sesso (fuori dal locale) c'era qualcuno che pagava anche 1200 euro. Nascosti in mezzo ai clienti del night con licenza da circolo culturale (aperto con l'intenzione di «prevenire situazioni di disagio e solitudine»), spesso c'erano anche i carabinieri che seguivano il viavai di bionde e anche i passaggi di denaro. L'offerta, nel più assortito market della trasgressione della Gallura, era molto ricca: in una sera - secondo le annotazioni dei militari infiltrati - capitava che diciotto ragazze salissero sul palchetto della lap dance. E che avessero incontri ravvicinati con i clienti.
GLI AFFARI Di soldi, nel locale di via Verga, ne giravano tanti. Ma il titolare - Fernando Magliocchetti, uno che a Olbia tutti conoscono anche perché coinvolto in diverse storie di prostituzione e immigrazione clandestina - presentava denunce dei redditi da cassintegrato. Anzi, qualche volta ha dichiarato una perdita di settemila euro. I militari, nel corso dell'operazione Cena , hanno ricostruito tutti i suoi affari negli ultimi dieci anni. Ieri mattina gli hanno consegnato il provvedimento di divieto di allontanarsi da Olbia per cinque anni e sequestrato un patrimonio milionario: terreni e case, anzi ville, ma anche il locale di via Verga. Il valore degli immobili, secondo il calcolo fatto nei giorni scorsi dal Provveditorato regionale per le opere pubbliche, sfiora il milione e mezzo di euro, ma sul mercato tutti quei beni avrebbero fruttato quasi sette volte tanto. L'intenzione dei carabinieri, ma anche del Tribunale di Tempio, ora è quella di ottenere la confisca di tutto il tesoro di Fernando Magliocchetti. Seguendo il sistema adottato per congelare i beni dei mafiosi.
I SEQUESTRI La legge sul sequestro preventivo dei beni, dopo l'approvazione del “Pacchetto sicurezza” dello scorso anno, consente ai magistrati di congelare i patrimoni accumulati con le attività illecite. «Non solo quelle legate alla criminalità organizzata - spiega il comandante provinciale dei carabinieri, Francesco Atzeni - Nel caso di Olbia è stato necessario ricostruire gli affari curati dal proprietario del locale dal 1999 al 2009». Il sostituto procuratore che ha coordinato l'inchiesta, Elisa Calligaris, ha avanzato la richiesta di sequestro preventivo e il presidente del Tribunale, Gemma Cucca, ha firmato l'ordinanza.
IL PUNTO DI PARTENZA L'inchiesta sul tesoro di Fernando Magliocchetti scatta dopo la tragedia del 16 giugno 2009. Sul fondo della piscina di una villa di Porto Rotondo viene trovato il cadavere di una ragazza ucraina. Si pensa a un omicidio, poi a un avvelenamento, ma in realtà si tratta di un banale incidente. Sicuramente provocato dall'alcol, ma niente di premeditato. I carabinieri cominciano a occuparsi della vita della ragazza: le sue amiche vengono sentite e salta fuori che la giovane annegata lavorava in un night.
LE NOTTI DI FUOCO Tra un interrogatorio e l'altro si scopre - questa è solo l'ennesima conferma - che in città c'è un mondo notturno fatto di sesso a pagamento e di tante altre storiacce. I militari indagano sugli affari di Fernando Magliocchetti, storico organizzatore di serate che ha allestito il primo night (Studio pub 21) negli anni Ottanta.
I PRECEDENTI Col suo nome, in procura ci sono diversi fascicoli: due processi, per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono ancora in corso. Tutto questo basta per suggerire ai carabinieri l'idea di avviare l'indagine sulla “pericolosità sociale” (così è definita nel pacchetto sicurezza) del titolare del night di via Verga. Per portare a termine gli accertamenti è necessario ricostruire l'organizzazione di tutte le attività di Fernando Magliocchetti. «L'unica sua fonte di reddito - aggiunge il comandante dei carabinieri di Olbia, Giovanni Spirito - è il circolo culturale. Confrontando la denuncia dei redditi e il tenore di vita le stranezze sono fin troppo evidenti».
I DEPISTAGGI Lui sa di essere nel mirino dei carabinieri e teme per i suoi beni. «Nel tentativo di mettere al riparo il patrimonio ha organizzato subito alcune operazioni sospette - spiega il capitano Alessandro Dominici - Ha venduto alcuni degli immobili al figlio e ad altri suoi amici, ma anche a persone inesistenti, presentando codici fiscali falsi. Noi, però, abbiamo accertato che tutti gli edifici erano utilizzati da lui e in questo caso la legge ci permette di sequestrare tutto». Per depistare le indagini e non lasciare tracce utili ai carabinieri, Fernando Magliocchetti portava a termine quasi tutte le operazioni usando denaro in contanti. Ma era seguito e pedinato e poi ha commesso anche un errore: ha firmato qualche assegno e fornito indizi importanti. Ora ha perso il tesoro.
NICOLA PINNA