10 dicembre 2012 alle 20:04aggiornato il 10 dicembre 2012 alle 20:04
Olbia, uccise due albanesi a casa suaConfermato ergastolo per Nino Cherchi
La Corte d'Assise di appello di Sassari ha confermato l'ergastolo per Nino Cherchi, 72 anni, di Orune, ex primula rossa del banditismo sardo.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cherchi era accusato di aver ucciso nel suo appartamento, l'8 aprile 2010, gli albanesi Gazmen Peka e Kasem Memaj e di aver ferito una loro connazionale, Arianna Zelo, compagna di Peka. La sentenza dei giudici di secondo grado - presidente Mariano Brianda - ricalca quella pronunciata il 19 aprile di un anno fa dal Gup di Tempio Pausania, Alessandro Di Giacomo. Le argomentazioni della difesa - gli avvocati Mario Lai e Pietro Cherchi - non hanno convinto la Corte d'Assise di appello: secondo i legali, Nino Cherchi avrebbe sparato per legittima difesa dopo essere stato attirato in casa e aggredito dai tre albanesi. Secondo l'accusa, invece, l'ex bandito avrebbe ucciso perché le vittime erano in ritardo nel pagamento dell'affitto. "Aspetteremo la deposizione della sentenza e impugneremo il provvedimento in Cassazione", ha annunciato l'avvocato Pietro Cherchi. I difensori avevano insistito molto sulla nuova vita olbiese di Nino Cherchi, ex primula rossa del banditismo sardo ma da decenni tranquillo e riservato, dedito ai figli e alla moglie malata. Malato e sofferente lui stesso, con una provata cardiopatia. Negli ultimi tempi aveva subito minacce e intimidazioni (regolarmente denunciate) e la vita gli aveva insegnato a essere diffidente anche nei confronti di quelle persone cui aveva ceduto in affitto parte della sua casa.
© Riproduzione riservata
