"Aiutami, ci sparano", il racconto della strage di Monaco della fidanzata di un giovane sardo
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"Aiuto ci stanno sparando".
Le urla corrono sulla linea telefonica e rimbalzano dall'altra parte della linea cariche di paura.
C'è un uomo che esplode colpi d'arma da fuoco sulla folla.
Francesca (il nome è di fantasia, non rendiamo note le sue generalità perché i parenti non sono a conoscenza dei fatti) lavora nella gelateria del centro commerciale Olympia, teatro della strage di venerdì pomeriggio a Monaco di Baviera.
Dall'altra parte del telefono c'è il compagno, Alessio Pilia, 28 anni, di Triei.
Anche lui, emigrato in Baviera tre anni fa, è al lavoro in una pizzeria affacciata su Marien Platz, cuore della città.
In quei momenti di paura e allarme fatica a capire cosa stia accadendo dall'altra parte della città.
Cerca di rassicurarla, ma le fasi concitate nel mezzo di un attacco fanno salire la tensione alle stelle.
Tutto è più chiaro quando Francesca raggiunge un approdo sicuro e la televisione comincia a trasmettere le prime immagini della strage.