Alta, altissima velocità. Escluse altre cause (l'autista dell'auto è risultato negativo ai test su alcol e sostanze stupefacenti) c'è solo la lancetta del contachilometri schizzata all'insù alla base del terribile incidente stradale di domenica pomeriggio a Nuraminis, costata la vita a due minorenni, Claudio Serra e Christian Lilliu.

VELOCITÀ FOLLE Centocinquanta orari? «Anche di più»: i carabinieri di Nuraminis, guidati dal maresciallo Andrea Murenu, e quelli del Nucleo operativo radiomobile di Sanluri, hanno ormai ricostruito con certezza la dinamica. E definito il rapporto da sottoporre al pubblico ministero Giangiacomo Pilia, titolare dell'inchiesta. Simone Batzella, il giovane neopatentato alla guida della Fiat Brava diventata la bara per i suoi due amici, spingeva l'auto ad una velocità folle. Il contachilometri dell'auto si sarebbe bloccato oltre i 160 all'ora. Inevitabile la perdita di controllo e la sbandata dell'auto che è andata a finire su un cipresso nel viale d'ingresso a Nuraminis. Per due ragazzi poco più che adolescenti è stata la fine. Christian Lilliu, nemmeno 16 anni, è morto sul colpo, intrappolato sul sedile posteriore dell'auto. Claudio Serra, che aveva solo un anno in più, è sopravvissuto all'impatto solo qualche ora. Soccorso dai medici del 118, è arrivato vivo all'ospedale Brotzu dove i medici hanno provato in tutti i modi a tenerlo in vita. Inutilmente. Alle 20,30 il suo cuore si è fermato e un'altra famiglia, dopo quella di Christian, è sprofondata nel dramma.

LA DINAMICA Sono scoccate da poco le 17 quando avviene la sciagura. Simone Batzella, 18 anni compiuti due mesi fa, proprietario della vettura solo da pochi giorni, Claudio Serra e Christian Lilliu, sono di ritorno da Cagliari. Hanno accompagnato un altro amico nel capoluogo e la Fiat Brava viaggia spedita verso il paese di residenza. All'ingresso di Nuraminis, all'altezza del chilometro 26 della statale 131, il dramma. Simone Batzella - i carabinieri lo hanno ormai accertato con sicurezza - affronta la doppia curva ad altissima velocità, l'auto si imbarca e gira di fianco strisciando per trenta metri prima di finire su uno dei grossi cipressi che delimitano la carreggiata. L'urto è terrificante. Christian Lilliu, che avrebbe compiuto 16 anni ad ottobre, perde la vita all'istante. Claudio Serra, che viaggiava a fianco dell'autista (ferito per fortuna in maniera non grave), muore qualche ora dopo, praticamente sotto i ferri dei chirurghi del Brotzu. «È un dramma lacerante che tocca tutta la comunità», commenta il sindaco di Nuraminis Luciano Cappai, zio di Christian, una delle giovani vittime del terribile schianto. «Povere famiglie, non ci sono parole», dice ancora il primo cittadino, incapace di trattenere le lacrime per «quei ragazzi troppo piccoli per morire». Cappai e la Giunta comunale hanno proclamato per oggi il lutto cittadino in coincidenza con i funerali, alle 17 nella parrocchia di San Pietro. Nell'ora dell'addio a Claudio e Christian serrande degli esercizi commerciali abbassate, quindi. Come gli occhi increduli e sgomenti dei molti amici dei due giovani, che ieri si sono radunati a lungo nel luogo, nella piazza, dove fino a poche ore fa sedevano felici anche Claudio e Christian. E Simone, il giovane alla guida della Bravo assassina, cui gli amici riservano l'ultimo pensiero della loro tormentata riflessione sulla tragedia. «Ora dovremmo stargli vicino, affinché con Claudio e Christian non muoia anche lui», dice Lucio, uno dei tanti ragazzi capaci, comunque, di parole severe «sull'imprudenza, sulla velocità con cui non si poteva affrontare quella curva».

GLI AMICI «Non è possibile: così si butta via la vita». Quello di Lucio, Nicolò, Salvatore, Nicola, Gianluca e altre decine come loro, amici dei poveri ragazzi deceduti, vuole essere un pensiero da grandi. «Glielo avevamo detto: vai piano», «non meritavano di finire così», durezza e pietà si alternano nel ricordo di Claudio e Christian. I ragazzi lo sanno: «Su quell'auto poteva esserci chiunque di noi». «Ciao Klaudietto, non ti dimenticheremo». «Chistian sarai sempre con noi»: a centinaia i messaggi di affetto rimbalzano su Facebook. E nei racconti emergono i particolari che rendono ancora più agghiacciante la tragedia. L'altro ieri, domenica, era giorno di festa. Di pausa nei campi dov'è in corso la raccolta degli ovuli di carciofo. Christian, e forse anche Claudio, erano usciti di casa per andare nella piscina, a Muracesus, costruita dal Comune. In piazza Municipio, dove erano in attesa di altri amici, il destino si messo a giocare. A imbastire una delle sue trame imprevedibili. E terribili. C'era un amico da accompagnare a Cagliari. «Dai andiamo», e sulla Bravo di Simone Batzella sono saliti Claudio e Christian, addosso i bermuda per il bagno. «Torniamo in fretta e poi in piscina». Poi lo schianto mortale.

IGNAZIO PILLOSU
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