«Non andremmo da nessuna parte, se non avessimo tante persone che lavorano per noi». Pierpaolo Vargiu, il presidente dell’associazione “La Sardegna verso l’Unesco”, ha aperto così, stamattina alla Manifattura di Cagliari, la penultima giornata della Terza conferenza internazionale cominciata martedì e che sino a domani fa il punto sulla candidatura dei nuraghi sardi a patrimonio dell’umanità. Oggi di nuovo c’era la presenza della presidente Alessandra Todde che ha accettato l'invito per confermare «l’impegno e il sostegno della Regione al raggiungimento del traguardo». In serata, Sardegna nuragica, partnership pubblica formata da Centro Studi Crenos, Crs4 e Centro di programmazione regionale, ha presentato il modello economico che accompagna la promozione dell’immenso patrimonio storico e archeologico. Per il Crenos c’era Andrea Zara, per il Crs4 Massimo Deriu, per il Crp Gianluca Cadeddu.

La sfida

È iniziato nel 2020 il cammino che sostiene l’Isola dei nuraghi a Parigi. «Era un sogno, adesso siamo un progetto – ha sottolineato –. Come sappiamo, non esiste nessun altro posto al mondo che conservi oltre diecimila monumenti di epoca protostorica, per questo abbiamo iniziato anche a lavorare su un Atlante che censisca, con l’aiuto di cittadini, Comuni ed esperti, i segni e l’eredità di questa straordinaria civiltà sarda».

Il percorso

Tecnicamente è il Comitato del patrimonio mondiale ad assegnare, a Parigi, dove la sede l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura, il riconoscimento a patrimonio dell’umanità. Ma un passaggio si fa in Italia, visto che spetta alla Cniu, la Commissione nazionale Unesco, dare il via libera per continuare il percorso internazionale. Di fatto si tratta di un Ufficio interno al Mic, il ministero della Cultura, che da aprile 2024 sta lavorando al Preliminary assessment, ovvero la valutazione che contiene non solo le ragioni dell’autocandidatura, ma anche il progetto di sviluppo che si intende raggiungere. La risposta definitiva è attesa nella prossima primavera.

L’endorsement

«Quello che sta compiendo l’associazione “La Sardegna verso l’Unesco” è un percorso di ricucitura della nostra storia dal prenuragico al nuragico – ha detto Todde –. Tutto questo deve essere raccontato non soltanto a chi viene da fuori ma anche ai sardi. Non possiamo parlare della nostra Isola senza parlare di questa civiltà. I rappresentanti Unesco, con i quali anche di recente la Regione ha interloquito, sono convinti che ci sia la possibilità per riuscire a riconoscere i nuraghi come patrimonio dell’umanità. Per questo i siti devono diventare accessibili, collegati, inseriti in un sistema di rete. Se come sardi riusciremo in questo intento, avremo già ottenuto il riconoscimento più grande».


 

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