Da oggi gli occhialini 3D non si useranno soltanto nelle sale cinematografiche per la visione dei grandi kolossal hollywoodiani, ma anche in campo sanitario.

La rivoluzione in campo biomedico è arrivata - prima in Sardegna - a Nuoro, dove da giugno l'èquipe del dottor Carlo De Nisco, direttore dell'unita operativa di chirurgia Generale del San Francesco, usa queste tecnologia.

Fino ad oggi, la laparoscopia prevedeva l'esecuzione di un intervento chirurgico addominale senza apertura della parete, cioè sfruttando, come nell'endoscopia, uno strumento dotato di una telecamera che trasmette a un monitor le immagini dall'interno dello spazio esaminato.

Con gli occhiali 3D la sensazione, anche per un profano, è proprio quella di essere immersi all'interno del corpo umano, nonostante si operi in laparoscopia.

"Questa tecnologia - spiega il dottore De Nisco - consente di migliorare l'atto chirurgico, perché è come operare con i propri occhi, permette la visione di maggiori dettagli favorendo maggiore sicurezza e precisione".

Un video ad alta definizione e un paio di occhialini per vedere la tridimensionalità nello schermo, oltre naturalmente a una telecamera con due "occhi" e un software ad alta definizione, consentono oggi ai chirurghi dell'ospedale nuorese di operare con maggior precisione e definizione, permettendo un orientamento spaziale più preciso e la visione della profondità.
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