La Corte dei Conti ha accertato un danno erariale di un milione di euro sui ritardi nella realizzazione del viadotto nella vallata di S'Adde, sulla statale 129 Macomer Nuoro.

Il professionista che progettò e diresse i lavori per la realizzazione del viadotto sulla vallata di S'Adde, sulla statale 129 Macomer Nuoro, deve quindi restituire alla Provincia di Nuoro circa un milione di euro.

La stessa Provincia ha provveduto ad affidare l'incarico per la riscossione coattiva, con una delibera adottata il 26 febbraio scorso.

Questo a seguito del mancato pagamento del dovuto da parte del professionista, l'ingegnere imolese Paolo Gamberini, 69 anni, da diverso tempo residente a Cagliari, all'epoca dei fatti docente universitario per ponti e grandi strutture, che la Corte dei Conti ha condannato, con sentenza del 25 maggio di tre anni fa, a risarcire una cifra di circa 823 mila euro, per il danno erariale causato dai ritardi nei lavori di realizzazione del viadotto. Un risarcimento che, con la rivalutazione Istat, ammonta a circa un milione di euro.

L'opera venne inaugurata il 14 giugno del 2007, quindi sette anni dopo l'inizio dei lavori, che dovevano invece terminare dopo 480 giorni. Alla guida dell'amministrazione provinciale si avvicendarono ben tre esponenti politici, quali Rocco Celentano (che completò il mandato di Giuseppe Pirisi il quale fece progettare l'opera), poi Francesco Licheri e infine Roberto Deriu, che era presente all'inaugurazione.

Dopo poco un mese dall'avvio dei lavori, tuttavia, l'impresa appaltatrice, la Conscoop, scoprì che in quella vallata c'erano due linee elettriche aeree di media tensione dell'Enel, che attraversavano proprio l'asse sul quale si doveva costruire il viadotto.

Da quel momento i lavori furono prima eseguiti in modo discontinuo, poi, dal dicembre 2001 vennero sospesi completamente, per riprendere solo nel Marzo del 2003. Paolo Gamberini, convenendo con l'impresa, secondo la sentenza della Corte dei Conti, aveva disposto una prima sospensione dei lavori, al fine di eliminare l'impedimento. I lavori poi vennero sospesi del tutto dal 18 dicembre del 2001, fino al 10 giugno di due anni dopo. In conseguenza di ciò, l’impresa appose riserve, chiedendo oltre un milione e 200 mila euro. Il Responsabile Unico del Procedimento, acquisita la relazione riservata del direttore dei lavori, elaborò una proposta transattiva per euro 685 mila euro, che venne accettata dall'impresa e ratificata dalla giunta provinciale.

La Corte dei Conti ha però individuato delle responsabilità, quindi un danno erariale.
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