Riapre dopo oltre 30 anni il vecchio stabilimento lanario Alas, unico esempio di archeologia industriale nell'Isola.

Diventerà un polo fieristico e un centro congressi, ma ospiterà sopratutto il museo della lana sarda e altre attività culturali di grande attrazione turistica.

A gestire la struttura, con l'affidamento in concessione per 15 anni, sarà l'associazione "360 gradi", che da due anni opera nella gestione di mostre, fiere ed eventi vari, che si è aggiudicato il bando di gara.

"360 gradi" pagherà un canone mensile di 110 euro, ma per il primo anno l'utilizzo sarà gratuito.

"Prima di tutto diventerà un centro di attrazione turistica - dice l'assessore alle Attività produttive Rossana Ledda -, una sfida difficile per l'associazione, che dovrà gestire un patrimonio importantissimo e che potrà creare nuovi posti di lavoro. C'è un pezzo della storia del cittadina e dell'Isola, quindi luogo simbolo di Macomer e del territorio, poiché ha ospitato la prima industria legata alle produzioni tradizionali e alla lavorazione di un prodotto locale come la lana sarda. Grazie anche alla collocazione geografica, sarà il volano del turismo congressuale che contribuirà al rilancio economico della città".

Abbandonato per anni, il vecchio stabilimento Alas è riemerso dal degrado grazie a un intelligente progetto di recupero che ha salvato l'esistente per destinarlo a un nuovo utilizzo, ma nel rispetto del ricordo della prima destinazione produttiva legata alla lavorazione della lana.
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