Un sogno che diventa realtà, una promessa mantenuta, un’eredità di passione e determinazione che prende il largo. È la storia della barca “Maria Giovanna”, il progetto di una vita di Giovanni Podda, artigiano e sognatore di Siniscola, che nonostante le difficoltà imposte dalla poliomielite ha dedicato mente e mani alla costruzione di un’imbarcazione destinata a navigare nel nome della libertà e della condivisione.

A raccontare questa avventura è Maria Giovanna Ortu, moglie di Giovanni, nel libro Mare e libertà (Vertigo Edizioni), una testimonianza di amore e resilienza. Ma oggi quella storia non è solo un ricordo: grazie all’Associazione Siniscola ‘90, guidata da Pietro Bellu, e al determinante contributo della Buzzi Unicem con l’ingegnere Luigi Buzzi, il sogno di Giovanni sta per prendere il largo. Il varo della barca, previsto entrò il 2025, segnerà il compimento di un progetto coltivato con tenacia e dedizione. 

Nato a Nuoro e cresciuto tra Siniscola e Santa Lucia, Giovanni Podda ha sempre nutrito un amore sconfinato per il mare e la navigazione. La sua vita è stata segnata dalla passione per la costruzione, dalla creatività e dalla capacità di tradurre il sogno in realtà. Il progetto della sua barca è stato il frutto di anni di studio, sperimentazione e manualità, un percorso che ha trovato la sua massima espressione nella collaborazione con l’architetto nautico Maurice Amiet.

Nonostante la malattia, Giovanni non ha mai rinunciato alla sua visione, lavorando instancabilmente alla costruzione della sua imbarcazione, un’opera che ha plasmato il suo quotidiano e la sua famiglia. Accanto a lui, sempre, la moglie Maria Giovanna e le figlie Luisa e Selene. “Giovanni diceva che il travaglio di questa barca era il suo Capo Horn”, racconta Maria Giovanna. “Fino all’ultimo il suo pensiero è stato per la barca. Mi ha lasciato l’impegno di finirla e metterla in mare”.

Ora, a distanza di 15 anni dalla sua scomparsa nel 2009, quel sogno sta diventando realtà grazie all’impegno di tanti. La presentazione ufficiale del progetto è avvenuta tempo fa proprio nella sala convegni dello stabilimento cementifero di Siniscola, alla presenza della famiglia Podda e di numerosi sostenitori, tra cui Angelo Farris, presidente della Fondazione Farris-Tedde, l’ingegnere Marco Palena, direttore di stabilimento, il perito industriale Amos Pani, Francesco Fancello di Speedysport Dorgali, Pietro Moro, maestro d’ascia di Olbia, e l’artista Mimmo Bove.

Le operazioni di restauro e completamento della barca sono state affidate al cantiere Astonmarin di Claudio Zoia, che porterà a termine l’opera lasciata incompiuta da Giovanni. Il nome scelto per l’imbarcazione, “Maria Giovanna”, è un tributo alla moglie, compagna di una vita e custode del sogno del marito.

E a breve il natante avrà un futuro di solidarietà e Integrazione. La “Maria Giovanna”, registrata con la matricola OL1101, non sarà infatti,  solo il simbolo di una promessa mantenuta, ma avrà una missione speciale. Sarà destinata all’Asd Speedysport Onlus,  associazione impegnata nell’integrazione delle persone con disabilità attraverso lo sport e la socialità. Così, il sogno di Giovanni continuerà a vivere, trasformandosi in un’opportunità per chi, come lui, ha imparato a sfidare i propri limiti.

“Ogni barca ha bisogno di un respiro, di un soffio di vento sulle vele spiegate”, scrive Maria Giovanna nel suo libro. E presto, quel vento riempirà le vele della “Maria Giovanna”, portandola verso nuovi orizzonti. Un viaggio che è più di una navigazione: è un inno alla forza dei sogni, all’amore e alla libertà.

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