La Sardegna brucia da mezzogiorno. Meglio: gli incendi sono distribuiti su

tutte le 24 ore «ma c’è un picco significativo nella fascia oraria tra le 12 e le 17», periodo della giornata nel quale si registra il 91% della superficie complessiva percorsa dal fuoco. 

Lo dicono i dati. Perché per la lotta al fuoco non ci sono solo manichette, lanci, sudore e cenere. Ma anche analisi. E il report puntuale sulle fasce di maggiore impegno per la macchina dell’antincendi arriva dal corpo forestale e di vigilanza ambientale diretto dal comandante Gianluca Cocco. L’andamento è identico nelle ultime due annualità e rispecchia un trend consolidato. 

Tra le 12 e le 17 nel 2025 sono stati inceneriti 6139 ettari di bosco, macchia mediterranea e campi di sterpaglie (su 6839 complessivi). I numeri sono aggiornati alla settimana scorsa, ma i roghi scoppiati da Punta Molentis a Orosei nei giorni successivi confermano la tendenza: l’orario del fuoco è quello. Il più caldo, in tutti in sensi: non aumenta solo la superficie colpita, ma anche il numero di eventi, che passa alla tripla cifra. 

Ma perché succede? «La fascia oraria corrisponde al periodo della giornata in cui i fattori predisponenti sono al massimo della loro potenzialità, come  aumento delle temperature e del vento, diminuzione dell’umidità», spiega il comandante Cocco. 

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