Per dare voce alla rabbia l'ideale è la pietra di fiume. Dura, sobria, elegante. Portatrice sana di milioni d'anni, levigata dal tempo, ingentilita dalla natura. Gigi Porceddu, artista naif di Villasor, ne ha un arsenale. L'ultimissima era destinata al festival di Sanremo. Non è finita proprio sul palco dell'Ariston ma ha puntato comunque al cuore degli organizzatori. Le chiama lettere di pietra, nel senso che ci scrive sopra. Negli anni ne ha prodotto un'infinità, qualcuna gli è anche tornata indietro con una certa violenza. Tra i bersagli preferiti, gli amministratori pubblici: per esempio il sottosegretario Giovanardi ( quanti asini nel Parlamento, caro onorevole ), il ministro tedesco della Difesa ( io odio la guerra, e lei? ). Quella spedita a Sanremo era un appello-preghiera sullo stato di prostrazione dell'Italia di oggi.

GIORGIO PISANO
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