Sono gli angeli silenziosi e affaticati di un familiare bisognoso di assistenza continua perché malato, anziano o disabile. Coniugi, figli, genitori, fratelli o sorelle che svolgono un lavoro quotidiano e senza riposo, tanto da dover sacrificare, nella maggior parte dei casi, il proprio lavoro, l’indipendenza economica, la rete sociale. E, sempre, la propria salute e il proprio benessere mentale. Sono i caregiver familiari, coloro che vivono accanto ai malati di Alzheimer, ai genitori grandi anziani, ai disabili, agli allettati, ai pazienti psichiatrici. Duecentomila solo in Sardegna e 8 milioni in Italia, un esercito stanco che tappa i buchi enormi di un welfare arrancante senz’alcun riconoscimento concreto, né tutele previdenziali e assicurative.

Un esercito inascoltato, visto che sono ormai due anni che la legge regionale di riconoscimento e sostegno dei caregiver familiari giace come lettera morta nei cassetti della presidenza della Giunta, dell’assessorato alla sanità e della commissione salute e politiche sociali. Approvata il 6 novembre 2023 non ha mai avuto attuazione: niente linee guida e niente fondi.

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