La suggestione dei presepi viventi sardi, tra fede e tradizione
Interi borghi diventano teatri a cielo aperto che raffigurano non solo la natività, ma anche una Sardegna che resiste al trascorrere del tempoUn presepe vivente a Sant'Antioco (Archivio)
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
In Sardegna, Isola di tradizione e fede, il presepe vivente trasforma interi borghi in teatri a cielo aperto, dove la rievocazione della Natività, Su Nascimentu, si fonde con la valorizzazione degli antichi mestieri e della lingua sarda. L'origine di queste rappresentazioni risale all'insediamento dei frati francescani che diffusero anche nell'Isola l'usanza del presepe animato per far rivivere la nascita di Gesù.
Religiosità, tradizione popolare e atmosfere suggestive, che solo i centri storici degli antichi borghi sanno creare. Ancora di più quando al racconto religioso si unisce la narrazione di usi e costumi locali di un’Isola che resiste al tempo, fatta di lavoro, fatica e cultura secolare. I protagonisti diventano allora le donne e gli uomini che, vestendo i costumi tradizionali, riportano l'atmosfera indietro nel tempo, raffigurando la quotidianità e gli antichi mestieri, trascinando gli spettatori in un viaggio nella storia e nei sensi.
I presepi viventi della Sardegna non sono solamente un fatto di fede. Assistere a un presepe animato è essere avvolti da profumi dei piatti tipici dell'Isola, dalle musiche di strumenti tradizionali come le launeddas, dai canti tradizionali intonati dai cori in limba. Dietro queste rappresentazioni c'è il lavoro, l'impegno e la passione di intere comunità per le quali il presepe vivente è un'occasione per tenere legato il passato con il presente, e per far conoscere le proprie tradizioni ai visitatori.
Impossibile citare tutti i luoghi dove si svolgono presepi viventi. Ne ricordiamo solo alcuni tra i più rappresentativi, come quello di Sant'Antioco, dove ogni anno (quest'anno il 4 gennaio) nelle grotte del Villaggio Ipogeo, si tiene "Su Nascimentu in grutta". Il cuore del centro storico si trasforma in Betlemme sarda, tra antiche botteghe, figuranti in abiti storici, e piatti tipici della tradizione.
O ancora a Calangianus, dove si celebra "Pasca di Natali in Carrera", un evento unico in Sardegna che proietta il centro storico in un viaggio nel tempo tra spiritualità, cultura, antichi mestieri e identità comunitaria. Quest'anno si è già tenuto il 20 dicembre per poi proseguire il 27, il 3 gennaio e concludersi il 6 gennaio, con i figuranti che attraversano le vie del centro accompagnati dalla musica di launeddas e organetto, fino alla mangiatoia. Per tutto il paese rivivono antiche botteghe e mestieri, con scene di vita quotidiana e momenti della tradizione natalizia gallurese.
A Collinas, noto come "paese dei presepi" (quest'anno ne sono stati allestiti 31 nei vari quartieri), il 6 gennaio si svolge il tradizionale presepe in lingua sarda, con visitatori che arrivano da ogni parte dell'Isola per immergersi in un'atmosfera sospesa tra presente e passato, fra fede e tradizione.
(Unioneonline)
