La moglie di Piero Mulas : "Mio marito non è fuggito"
«Piero non si sarebbe mai allontanato senza dirci nulla. Noi speriamo e preghiamo tutti i giorni perché sia vivo. Ma Piero a me e ai miei figli non lo avrebbe mai fatto uno sgarbo del genere. Non è scappato». Bastianina Pintus vive ogni giorno nella speranza che il marito Piero Mulas ritorni a casa. Ma all'ipotesi investigativa che il consorte si sia allontanato volontariamente e sia nascosto in Sardegna non ci crede: «Non se n'è andato via così»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
DON MARIO CURZU Da tre mesi i dolori e le speranze della famiglia Mulas li raccoglie don Mario Curzu. È uno dei pochi a varcare la porta della casa alla periferia di Bono. Ieri dopo la messa pomeridiana è ritornato nel ristorante Tre Rose e ha parlato con la moglie: «È stanca, provata anche da tutte queste notizie».
«Che cosa posso aggiungere - dice il parroco di San Michele Arcangelo - mi auguro anche io che sia vivo e mi auguro che ognuno si assuma le proprie responsabilità».
Poi passa al contrattacco: «Troppi forse in questa storia. La famiglia ne sta soffrendo, ci vorrebbe un po' di chiarezza da parte di tutti, stanno vivendo nell'angoscia. Sono dispiaciuti di aver saputo di questa ipotesi investigativa dall'Unione Sarda, ma vi ripeto la famiglia non crede assolutamente che Piero si sia nascosto, il suo allontanamento non è volontario».
Don Mario abbassa le difese e si lascia andare: «È comunque una bella notizia, un motivo in più per continuare a sperare in un suo rientro in famiglia. Io ho grande fiducia nell'attività degli investigatori, ma dopo tre mesi e con scenari che cambiano in continuazione non si può dire altro. Sarebbe davvero inopportuno: speriamo e preghiamo».
È pomeriggio inoltrato quando Don Mario lascia l'hotel-ristorante Le Tre rose: dentro non si muove niente. L'albergo è chiuso, finestre spalancate nella mega sala per i matrimoni goceanini da cinquecento persone, ma dentro non si vede ombra. La villetta in cui vive la famiglia è sigillata.
SCETTICISMO Scettici e muti. Giornale spalmato sui tavolini del bar, frasi mozzate e sottovoce a commento. «Piero Mulas è vivo» è scritto in prima pagina, ne sono convinti gli inquirenti, molto meno i concittadini. Anche se lo sperano. Mettere nero su bianco una dichiarazione di un bonese su questa vicenda è impossibile. Taccuino sparito e penna infilata nella tasca, solo allora spunta sibilino il Bono-pensiero su questa vicenda: «Sembra tutto strano». Non ci sarebbero spiegazioni, del resto, se non quella che a molti appare l'equazione criminale più difficile da accettare: un coinvolgimento in un traffico di droga, uno sgarro nell'ambiente dei trafficanti, la sparizione per salvarsi la vita e difendere famiglia e interessi.
NOTIZIA A Bono è giornata di mercatino nella piazza principale a pochi passi dal Municipio. La notizia di Piero Mulas, vivo e vegeto, nascosto e introvabile, rimbalza tra i banchetti degli ambulanti. Ma nel paese di Giò Maria Angioy hanno smesso di fare i rivoluzionari dal molto tempo. Nessuno urla alla ribellione, nessuno parla. Poche frasi, parole messe una dietro all'altra con fatica: difficile persino sentire un semplice «speriamo che sia vero».
DIFFIDENZA La bella giornata di sole non asciuga la rudezza con cui si accolgono gli estranei soprattutto quando si tratta di fatti di cronaca. Gentili e ospitali, ma dichiarazioni solo rigorosamente anonime. E sono davvero pochi quelli che credono allo scenario che si è definito in queste ultime settimane di indagine.
Il ristoratore ben nascosto, l'imprenditore dai traffici sospetti. No, proprio no. L'uomo delle «Tre rose», il mega ristorante alla periferia del paese, quel signore tutto di un pezzo, pochi vizi e vezzi non può essere un signore della droga.
Per questo motivo nessuno parla e soprattutto nessuno ha voglia di parlare. La gente si pensa di conoscerla, ma in questa intricata vicenda essere smentiti dai fatti non sarebbe neanche così improbabile.
FIGLIO E se Sandro, il figlio di Mulas indagato per traffico di droga, in paese si vede poco. «Lo trovate in negozio, se c'è»; l'altra persona coinvolta nell'inchiesta ha ripreso a gironzolare per piazze e bar come se niente fosse: quel Tanino Nudda, reo confesso di aver trasportato droga per conto di Piero Mulas.
E così all'ora dell'aperitivo gli scenari sulla sparizione di Piero Mulas si tracciano davanti a birra e bianchini . Ipotesi e molto scetticismo. E si stravolgono anche i ruoli. Davanti a penna a taccuino, sono loro i bonesi a fare le domande. Ma siete sicuri? Ci sono intercettazioni? Ma che dicono? Ma non sarà una bufala, c'è tanta gente che parla a vanvera.
Le risposte non accontentano nessuno. Vorrebbero nomi e cognomi per tirare le somme. Non basta che ne siano sempre più convinti gli inquirenti che negli uffici della Dda si stia lavorando su un sospetto allontanamento volontario, non un sequestro, non un omicidio. L'ombra del lutto sulla sparizione di Piero Mulas si sta lentamente allontanando, quella del sequestro non ha mai retto. In paese però non sono ancora convinti.
SINDACO Piero Molotzu è il sindaco di Bono. Cinque legislature da amministratore, presidente della Comunità montana, uomo forte del paese come hanno dimostrato le ultime elezioni provinciali con l'Udc in cui ha fatto incetta di voti. Passato Dc e curriculum costruito frequentando campagna e palazzi di potere.
Non sgarra una virgola, pesa le parole: «È la notizia che stavamo aspettando. Spero proprio che sia confermata e sarò molto felice quando Pietro riabbraccerà la propria famiglia. Tutto il resto è niente rispetto alle ipotesi tragiche avanzate in questi tre mesi dalla sua sparizione».
La droga? «Ma che mi importa. Se Piero Mulas ha altre questioni si arrangerà lui con la giustizia, sempre che ci siano altre questioni. A me interessa che lui stia bene e che ritorni in famiglia prima possibile».
STRANO SILENZIO «Proprio nei giorni scorsi - prosegue il primo cittadino - stavo parlando con alcuni compaesani che era calato uno strano silenzio su questa vicenda. Prima tanto rumore, notiziari, giornalisti, investigatori e perquisizioni. Poi da qualche settimana sembrava che quasi ci fosse un rallentamento sulle indagini. Abbiamo anche pensato al peggio, per fortuna queste notizie sono di segno opposto».
Cala la sera, tavolini dei bar affollati. La vicenda Mulas è ancora oggetto di dibattito tra i paesani. Arriva l'estraneo, ammutolisce la piazza. Tra ipotesi e contro ipotesi la conclusione è sempre la stessa: «Bisogna aspettare, bisogna avere fiducia negli investigatori. Solo loro possono chiudere il cerchio».
Il cerchio sembrerebbe chiuso, a giudicare dalla svolta dell'inchiesta: per gli inquirenti Pietro Mulas è vivo e nascosto da qualche parte in Sardegna. Il motivo della scomparsa però è ancora sconosciuto.
MAURIZIO OLANDI