Michela Mercenaro, la maga di Calasetta, ha potuto lasciare la sua cella nel carcere di Buoncammino. Ma non è una donna libera: la custodia cautelare in carcere è stata tramutata in arresti domiciliari. Da ieri Michela Mercenaro, arrestata l'11 novembre scorso dalla Guardia di Finanza con l'accusa di truffa, estorsione e ricettazione, si trova in un appartamento di Capoterra, ospite di un fratello presso il quale dovrà trascorrere tutto il tempo necessario al prosieguo dell'inchiesta. Per il momento quella casa sarà la sua cella: non dovrà ricevere visite od effettuare e ricevere telefonate non autorizzate. A dare il nulla osta alla revoca della custodia cautelare in carcere per gravi motivi di salute è stato il gip Cristina Ornano. Ha accolto la richiesta dei legali Bernardo e Gianluca Aste, secondo i quali la Mercenaro ha bisogno di particolari terapie incompatibili con la sua reclusione in carcere.

L'ORDINANZA Nell'emettere l'ordinanza il giudice ha, tuttavia, tenuto conto principalmente dei risultati della perizia medica secondo la quale le condizioni della sensitiva di Calasetta non erano in linea generale incompatibili con la reclusione, ma avrebbero rischiato di peggiorare se fosse rimasta in cella. D'altro canto, il pm Giangiacomo Pilia era contrario alla scarcerazione paventando il rischio di inquinamento delle prove. Rischio, che sulla carta, esiste ancora, come riporta il provvedimento di concessione dei domiciliari: per il Gip, pur tenendo conto dei gravi motivi di salute, sussistono comunque gravi indizi di colpevolezza e il rischio dell'inquinamento probatorio. Solo in via subordinata, il magistrato ha dato l'assenso agli arresti domiciliari purché Michela Mercenario non ritornasse a Calasetta (infatti si trova a Capoterra) e non avesse comunicazioni con l'esterno.

LE ACCUSE Nonostante i suoi avvocati abbiano sempre negato il rischio che potesse inquinare le prove, la posizione di Michela Mercenaro sembra essersi invece aggravata dopo l'interrogatorio di garanzia. La maga di Calasetta ha, infatti, ammesso di aver praticato riti mistici ed esoterici, con l'utilizzo di sangue di agnello e gallina, con le persone che l'hanno accusata. Riti che avvenivano nella sua villa di Calasetta, "Villa Michela", dove la Finanza ha sequestrato anche gioielli per un valore di 300 mila euro. Altri accertamenti patrimoniali disposti dal pm, hanno consentito di ricostruire movimenti bancari recenti per circa 500 mila euro. Secondo l'accusa, sarebbero in parte frutto delle estorsioni: prima avrebbe promesso, grazie alle sue doti di sensitiva, di proteggere dal malocchio le persone che a lei si rivolgevano (ed erano tante), poi avrebbe minacciato i suoi clienti nel caso questi non avessero voluto pagare.

L'INCHIESTA La prima a fare emergere questa vicenda era stata un'imprenditrice di Sant'Antioco, Anna Carla Pittau, arrestata in primavera con l'accusa di truffa. A seguire, la promotrice finanziaria Gabriella Ranno ed altre tre donne presunte vittime della maga. L'attività istruttoria proseguirà per almeno altre due o tre settimane: ma questo periodo Michela Mercenaro lo trascorrerà non più in una cella di Buoncammino ma in un'abitazione di un fratello dalla quale, comunque, non potrà comunicare con nessuno.

ANDREA SCANO
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