Trenta milioni dalla Regione ai Comuni per combattere la crisi e le povertà. E un paio di progetti per contrastare nuove emergenze sociali. Il Piano contro la povertà dell'assessorato alla Sanità, competente sui servizi sociali, si divide in tre linee di intervento. La delibera, che è stata approvata nella penultima seduta della Giunta, prevede la concessione di sussidi (per circa 12 milioni) a favore di persone e nuclei familiari in condizioni di accertata povertà; quindi, contributi che non potranno superare i 500 euro mensili (6 milioni di euro il totale) per abbattere i costi dei servizi essenziali (come bollette di energia elettrica, gas, o per gli affitti) diretti a famiglie con un reddito pari alla soglia di povertà. Infine, il terzo passaggio, un contributo di 12 milioni per coprire le spese del servizio civico comunale, ovvero il reinserimento sociale di capifamiglia i cui nuclei familiari versano in grave stato di indigenza economica. Saranno impiegati per «svolgere servizi di utilità collettiva», ha detto Liori, nei centri urbani. Il Piano regionale, che prevede anche interventi di assistenza a barboni e rifugiati, concede 4 milioni per le famiglie che assistono disabili e persone non autosufficienti. Saranno i Comuni a decidere come impiegare i fondi e soprattutto a chi assegnare gli aiuti.

LA DIVISIONE L'importo totale di 30 milioni di euro sarà suddiviso fra i Comuni della Sardegna sulla base di tre parametri: il 35 per cento del totale andrà diviso in parti uguali, per una quota singola di 27.581 euro; un'ulteriore quota del 35 per cento sarà stabilita sulla base del numero degli abitanti residenti, mentre il rimanente 30 per cento terrà conto del numero dei disoccupati alla data del 31 dicembre 2008. Qualche dato: al comune di Cagliari arriveranno 1.791.000 euro, anche in base al dato dei residenti (158.041 abitanti). Nel Sulcis, a Carbonia vanno 343.587 euro, poco più a Iglesias (344.925). Nella provincia del Medio Campidano, Sanluri ottiene 124.326 euro, mentre a Villacidro arrivano 201.553 euro. Il comune di Oristano “pesa” 388.954 euro, ben più alta la quota che spetta a Olbia (oltre 569 mila), decisamente più alta rispetto a Tempio (176.535). Il dato sale a Nuoro (470.643), mentre a Sassari si tocca la vetta, con 1.882.007 euro, a causa di oltre un milione di disoccupati rispetto ai 776 mila di Cagliari. Lanusei (91.941 euro) è superata nettamente da Tortolì (156.007) anche in questo caso per i disoccupati accertati: 28 mila contro quasi 67 mila.

L'OBIETTIVO «Questo piano avrà una ricaduta importante per la Sardegna», ha voluto sottolineare l'assessore Liori, «dove la crisi mondiale ha inciso pesantemente sulle fasce più deboli della popolazione che già di norma necessitano di aiuti». Per l'assessore «secondo le ripartizioni effettuate anche con la collaborazione dei Comuni, le famiglie aiutate potrebbero essere molto di piu». Liori ha annunciato una rimodulazione del tipo di intervento - 96 milioni di euro - per la legge 162, quella che riguarda le persone portatrici di handicap: «In totale stiamo parlando di contributi per il sociale per 150 milioni di euro».

GLI ALTRI INTERVENTI L'assessore ha presentato anche altri interventi nel campo dell'assistenza sociale. Uno di questi, “Né freddo, né fame”, nelle intenzioni della Regione è destinato ad assicurare azioni di assistenza a soggetti senza fissa dimora «o che vivono in estrema precarietà», ha detto Liori. Un programma che potrà contare su un milione e 700 mila euro.

La Giunta ha messo a disposizione altri 4 milioni di euro per sostenere le famiglie impegnate nell'assistenza a favore di disabili e persone non autosufficienti. In questo caso, ogni famiglia percepirà un contributo massimo di 4 mila euro all'anno.

ENRICO PILIA
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