09 luglio 2012 alle 15:05aggiornato il 09 luglio 2012 alle 15:05
L'Isola si ribella alla spending reviewma sulla strategia di lotta non c'è unità
La Sardegna prova a riorganizzarsi dopo la mannaia contenuta nel decreto del Governo sulla spending review.Ed è polemica tra maggioranza e opposizione con il Pd, in particolare, che chiede al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, di riferire al più presto in Aula, mentre il Pdl ricorda all'alleato in sede nazionale il sostegno dei democratici a Monti. Nel frattempo proseguono i calcoli sulla bozza del decreto approvato - il testo definitivo non è stato finora reso noto neppure ai parlamentari - e si iniziano a delineare i tagli per l'Isola. Domani i segretari regionali della Cisl saranno a Roma per una riunione interna al sindacato proprio per analizzare nel dettaglio le ricadute sulle Regioni. Per ora i tagli annunciati dovrebbero riguardare, oltre che i minori trasferimenti per circa 550 milioni di euro nei tre anni (due miliardi secondo Mauro Pili del Pdl) a Regione, Province e Comuni, la sanità, la giustizia e la pubblica amministrazione. Se anche non saranno toccati i piccoli ospedali, che non rientrano nel parametro dei 3,7 posti letto per mille abitanti, in Sardegna la proposta della Giunta già approdata in commissione punta ad una dotazione di posti letto pari a 4 per mille abitanti di cui 3,3 per acuti e 0,7 per la riabilitazione e la lungodegenza. Questo significa riorganizzare al più presto le piccole strutture portandole a diventare poliambulatori e case della salute. Sul versante della giustizia si prevede un taglio di 42 sedi di giudice di pace su 48 (si salverebbero le sei circoscrizioni giurisdizionali definite con il regio decreto mussoliniano di Cagliari, Sassari, Nuoro, Lanusei, Tempio e Oristano). Verrebbero poi chiuse le sedi staccate dei tribunali di La Maddalena, Olbia, Alghero, Macomer, Sorgono, Sanluri e Carbonia-Iglesias. "Nell'Isola - spiega Ignazio Usai, segretario regionale Fp-Cgil - non dovrebbero essere toccati i tribunali ordinari, ma con la probabile cancellazione della provincia di Oristano anche quello andrebbe a sparire. Inoltre - aggiunge - eliminando tutte le province (la Regione ha competenza primaria in materia, ndr), tranne le tre previste per Statuto, a cascata verrebbero riorganizzati i presidi dello Stato: i comandi provinciali dei carabinieri diventerebbero compagnie e così via per tutti gli altri uffici". Discorso a parte per le otto Agenzie fiscali sarde di Sanluri, Iglesias, Lanusei, Olbia, Tempio, Alghero, Sorgono e Macomer, già eliminate con il decreto Monti del 16 giugno con la previsione di trasferimento per 200 dipendenti nei rispettivi capoluoghi di provincia. "Anche in questo caso - spiega ancora Usai - senza le province ci sarebbe un ulteriore trasferimento di personale. Nel frattempo si allontanano i servizi dalle persone: gli utenti dovranno spostarsi per ogni piccola pratica fiscale".
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