MONASTIR Sull'asfalto scarpe da ginnastica e brandelli di carne, una dentiera accanto a un orologio in frantumi, sangue, rottami di ogni genere sparsi nel raggio di quaranta metri. Alle 19,22 di ieri il chilometro 18 della Carlo Felice si è trasformato in un inferno. Sotto una pioggia gelida e maledetta. Tre morti e quindici feriti. Un bilancio impressionante, inaccettabile.

LE INDAGINI - Il lavoro degli investigatori dell'Arma - impegnati i carabinieri della stazione di Monastir e il nucleo radiomobile della compagnia di Dolianova - punta proprio a chiarire quali e quante vetture abbiano effettivamente investito e ucciso i tre. Secondo quanto accertato finora, principale responsabile sarebbe stato l'automobilista di 49 anni, A.C., di Senorbì, ora indagato per triplice omicidio colposo. Tuttavia, stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri, almeno due delle tre vittime - Ugo Lisci, di 67 anni, e la figlia Manuela, di 34, entrambi di San Gavino - una volta sbalzate sulla corsia opposta, sarebbero state travolte da altre vetture.

I FUNERALI - Slittano alla prossima settimana i funerali delle tre vittime dell'incidente stradale avvenuto ieri sera sulla statale 131 alle porte di Cagliari. Lunedì mattina, infatti, è in programma l'autopsia disposta dal magistrato e affidata al medico legale Roberto Demontis. Secondo quanto si è appreso, i funerali di Ugo Lisci, 67 anni, e della figlia Manuela, di 34, si potrebbero svolgere già lunedì pomeriggio a San Gavino, al più tardi martedì. Il sindaco ha confermato il lutto cittadino nel giorno delle esequie.

LE VITTIME Ugo e Manuela Lisci, 67 e 35 anni, padre e figlia di San Gavino Monreale, hanno perso la vita sul colpo. Falciati da un'auto dopo essere usciti illesi da un primo tamponamento, scaraventati nella corsia opposta e qua travolti e dilaniati da un Suv che ha proseguito la corsa per centinaia di metri prima di fermarsi. Aldo Erby, 55 anni, agricoltore di Nuraminis, invece respirava ancora quando sono arrivati i primi soccorsi. Una dottoressa, medico anestesista, si è fermata e ha tentato disperatamente di rianimarlo con un massaggio cardiaco. Poi è arrivata l'ambulanza del 118, ma quando l'uomo è stato caricato sulla barella il suo cuore ha smesso di battere.

DINAMICA INCERTA I carabinieri della compagnia di Dolianova, guidati dal capitano Davide Colajanni, si sono trovati di fronte una scena raccapricciante. Un intrico di lamiere e corpi irriconoscibili, feriti sotto choc, urla, confusione. La prima parzialissima ricostruzione è arrivata solo a tarda notte. A innescare la carambola mortale sarebbe stato un primo tamponamento, avvenuto alle 19,15 sulla direttrice Cagliari-Sassari, che ha coinvolto una Citroen C2 condotta da Maria Caterina Tola, 55 anni, di Samatzai, e la Fiat Punto Grigia su cui viaggiavano Ugo, Manuela e Mattia Lisci, 19 anni, figlio e fratello delle due vittime, rimasto miracolosamente illeso e trasportato in stato confusionale al Santissima Trinità.

IL SECONDO SCONTRO Pochi istanti e dalla stessa direttrice di marcia è sopraggiunta la Fiat Punto con al volante Aldo Erby, che tornava in paese dalla moglie e dalla figlia dopo essere stato a Cagliari a far spesa. L'agricoltore di Nuramis si è trovato la strada sbarrata e non è riuscito a evitare l'impatto, finendo così contro la Punto dei Lisci ferma in mezzo alla carreggiata. Un impatto violento, ma non fatale. Erby infatti è sceso dall'auto, non prima di aver indossato il giubbino catarifrangente, per sincerarsi delle condizioni degli altri feriti. E come lui hanno fatto anche Ugo e Manuela Lisci. Mattia invece, il più giovane della famiglia, è rimasto prudentemente sul lato destro della carreggiata, salvandosi così la vita.

FALCIATI IN MEZZO ALLA STRADA Pochi istanti dopo al chilometro 18 della 131 è comparsa la sagoma scura di una Grande Punto con a bordo una famiglia di Senorbì, Agostino Collu, che è al volante, la moglie Maria Giovanna Sirigu e il figlio Mirko. Il conducente, che in ospedale dichiarerà di essere sicuro di non aver investito nessuno, ha notato solo all'ultimo momento le tre auto semidistrutte in mezzo alla strada: ha frenato, ma l'asfalto viscido ha fatto slittare il veicolo che ha sbandato senza più alcun controllo. È un attimo: la berlina, almeno stando ai primi rilievi dei carabinieri che attendono però ancora il timbro dell'ufficialità, avrebbe centrato in pieno Aldo Erby, Manuela Lisci e il padre Ugo, proiettandoli in aria. I loro corpi sono ricaduti come manichini sulla corsia opposta, una ventina di metri più in avanti rispetto al punto d'impatto. Qua padre e figlia, sono stati nuovamente travolti da un potente Suv diretto verso Cagliari. Il veicolo ha straziato i loro corpi, arrestandosi solo dopo quasi un chilometro. A quel punto il conducente ha chiamato i soccorsi, poi è stato portato nella caserma dei carabinieri di Monastir per essere interrogato.

INCIDENTI A CATENA Dopo l'incidente mortale si susseguono nel giro di pochissimi minuti altri due tamponamenti, il primo centocinquanta metri prima, in direzione Cagliari, con quattro auto coinvolte, il secondo quattro chilometri più a Sud, sulla direttrice per Sassari. Anche qui feriti, disperazione, urla, paura, ululare di sirene. Per soccorrere tutti servono sette ambulanze del 118, mentre sul posto vengono dirottati mezzi dei Vigili del fuoco. A eseguire i rilievi sono i carabinieri di Monastir e la Polstrada. Il traffico va in tilt. La Carlo Felice viene chiusa sino a mezzanotte per un lungo tratto. Alle 23 vengono rimosse le auto coinvolte. I cadaveri di Manuela e del padre Ugo restano invece sull'asfalto, sotto la pioggia che non smette, coperti dai teli bianchi, in attesa del via libera alla rimozione da parte del pm, arrivato solo alle 24.
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