L'assurda tragedia di Cala Regina:"Morto nel primo giorno di lavoro"
Michele Palmas, 19 anni, campava vendendo granite in spiaggia. Antonio Milia, uno dei quattro ragazzi sopravvissuti nell'incidente dell'altra notte a Cala Regina, racconta quei momenti.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Era il nostro primo giorno di lavoro, del nuovo lavoro che ci siamo inventati per raggranellare qualche soldo: vendere granite sulla spiaggia di Costa Rei. Eravamo stanchi, è successo tutto in un attimo: dell'incidente sulla litoranea per Villasimius non ricordo nulla. So soltanto che Michele è morto, che non potrà più tentare di realizzare assieme a noi, tutti ragazzi dei quartieri popolari di Quartu, il grande sogno: guadagnarci da vivere». Antonio Milia, uno dei quattro diciannovenni sopravvissuti al terribile incidente di lunedì sera - la loro Fiat Punto, per motivi da accertare, è precipitata dal burrone di Cala Regina - si agita sul suo lettino all'ospedale “Santissima Trinità” di Cagliari. Sa che il suo amico Michele Palmas è morto, e non si dà pace. A lui, dopo il terrificante volo dalla scarpata, è andata meglio: ha una spalla lussata.
LA VITTIMA La speranza di salvare Palmas è durata pochi secondi: i soccorritori del 118, quando hanno raggiunto i rottami dell'utilitaria, si sono subito resi conto che era morto. Dei suoi quattro coetanei a bordo della Punto, che si sono miracolosamente salvati, il più grave è Alessio Casula, ricoverato all'ospedale “Marino”: a quanto sembra, non è in pericolo di vita. Sono in ospedale anche Ivan Murtas e Michele Maxia, che come Antonio Milia potranno presto tornare a casa.
LO SHOCK «Proprio non riesco a ricordare che cos'è successo», si dispera Milia, «so solo che stavamo viaggiando serenamente e che a un certo punto mi sono ritrovato nell'auto accartocciata in mezzo agli scogli. Sono passati minuti interminabili, fino all'arrivo dal mare dei soccorsi»: ricordi angoscianti ancora da rimettere in ordine. Milia era seduto sul sedile posteriore assieme alla vittima: il destino ha voluto che il colpo fatale, dopo l'inspiegabile volo dal burrone, fosse dalla parte di Michele Palmas. «Dopo il primo giorno di lavoro stavamo tornando a casa, per salutare le nostre famiglie e tornare a Costa Rei, dove avevamo preso in affitto una villetta da cui raggiungere la spiaggia tutte le mattine, per vendere le granite. Era un'esperienza nuova da condividere con gli amici di sempre».
DISOCCUPATI I cinque giovani sono dei quartieri popolari di Sacro Cuore e Sant'Antonio. «Abbiamo sempre cercato di sbarcare il lunario con vari lavori: dal manovale al portapizze. Con la vendita di granite pensavamo di procurarci i soldi per trascorrere un'estate più piacevole, per renderci indipendenti e divertirci». Michele Palmas, il giovane morto, era entusiasta: «Ci conoscevamo da quando eravamo bambini, frequentavamo assieme le elementari e le medie. Non riesco a credere che ora non ci sia più».
SPERANZE INFRANTE La prima giornata di lavoro non aveva fruttato granché: la stagione è appena all'inizio e il lunedì i litorali non sono ancora affollati. Il gruppo di diciannovenni ha deciso di rientrare a Quartu per prendere le ultime cose e poi trasferirsi, dopo cena, a Costa Rei, dove avrebbero lavorato per tutta la bella stagione. Non li spaventava l'idea di spingere il pesante carretto sotto il sole cocente, lungo la spiaggia: «Siamo abituati ai lavori faticosi. Tutti abbiamo alle spalle carriere scolastiche non proprio perfette», ammette Milia, «ma invece che perdere tempo ai giardinetti abbiamo sempre preferito trovare lavori saltuari». Nella regione che ha il record nazionale di disoccupazione, ai cinque ragazzi era sembrato naturale approfittare della principale ricchezza dell'Isola: il mare. Vendere granite sulle spiagge di Costa Rei doveva servire per recuperare qualche soldo e rendersi indipendenti dalle famiglie, andare in discoteca e magari portare a cena le fidanzatine: tutti progetti che lunedì si sono frantumati sugli scogli di Cala Regina.
IL DOLORE All'obitorio del cimitero quartese, ieri parenti e amici di Michele Palmas e degli altri quattro diciannovenni erano in silenzio, increduli. Le porte sono rimaste sbarrate fino al pomeriggio, quando il magistrato ha firmato il provvedimento di dissequestro della salma di Palmas. Soltanto a quel punto la folla di chi voleva bene al giovane è potuta entrare nella camera ardente. «Lo ricorderemo sempre col sorriso sul volto», spiega commosso il cognato del ragazzo, Andrea Cortina, «era davvero una persona fantastica». Parole condivise dagli amici di piazzetta Budapest, punto d'incontro per molti giovani. Per tutti, Palmas era Paciokkino . «Questo nomignolo gli era stato affibbiato da piccolo, quand'era cicciottello», spiegano alcuni amici, che aggiungono: «Michele resterà sempre nei nostri cuori: non potremo mai dimenticarlo». I funerali si svolgeranno oggi alle 16 nella parrocchia di Sant'Antonio.
GIOVANNI MANCA DI NISSA