Non l'ha salvato neppure il casco. Troppo alta, probabilmente, la velocità, troppo violento l'urto contro un'auto che viaggiava sulla corsia opposta diventata improvvisamente un muro insuperabile. Insormontabile. È volato verso l'alto, Stefano Contini, catapultato in avanti e scaraventato sull'asfalto rovente della statale 128, la strada che taglia in due il paese, Isili, rinominata Corso Vittorio Emanuele. Inutili i soccorsi, il giovane è morto sul colpo, finendo a trenta metri dal punto dell'impatto tra la sua potente Yamaha 600 e la Fiat Cinquecento condotta da un pensionato di Senorbì, B. C. di 70 anni, che viaggiava in compagnia della moglie, rimasta leggermente contusa nello scontro frontale. Adesso la ricostruzione esatta della dell'incidente finito in tragedia spetta ai carabinieri della stazione di Isili e al nucleo Radiomobile della Compagnia guidata dal capitano Michele De Rosa. Di certo sulla tragedia potrebbe aver influito l'alta velocità della moto (visto almeno la distanza del corpo del povero ragazzo dal punto esatto dello scontro), ma i militari dovranno stabilire se esistano responsabilità anche da parte del conducente dell'utilitaria che al momento dell'urto aveva in parte occupato la corsia opposta dopo aver iniziato le manovre per svoltare sulla sinistra dell'automobilista e raggiungere il distributore dell'Agip proprio all'ingresso di Isili che guarda verso Cagliari.

LA TRAGEDIA Sono appena passate le dieci e un quarto quando il rumore sordo dello schianto spezza il silenzio sulla statale 128. È una domenica tiepida, con il maestrale che da queste parti non si è fatto sentire con le sue violente folate presenti sulla costa ma che comunque ha rinfrescato l'aria. Una bella domenica, insomma, che Stefano Contini avrebbe voluto trascorrere in sella alla sua moto nera, grigia e carenata. Un bolide che per lui, ragazzo di 25 anni, era una vera passione tanto che aveva già ricevuto il foglio rosa e si apprestava a conseguire l'esame per la patente specifica dopo quella per la macchina che aveva conquistato anni prima. Sulla statale-Corso Vittorio Emanuele si stava lavorando di gran lena per finire di sistemare il disordine lasciato dalla grande festa della sera prima, quando la Pro loco aveva dato vita ancora una volta a “Bistiris e Prendas”. I giovani dell'associazione turistica si erano così dati appuntamento nel locale (un ex pollaio interamente restaurato dal Comune) che aveva ospitato la manifestazione e nel parco Asusa. Sono stati loro, per primi, ad accorgersi della tragedia, richiamati dallo stridore dei freni e da quel rumore terribile della moto finita contro il muso della Fiat Cinquecento bianca. Qualcuno ha anche visto il corpo del ragazzo volare verso l'alto, catapultato in aria dal violentissimo urto, e poi cadere al suolo. Immobile, senza vita. Quella vita strappata in pochi secondi, in un attimo. Inutile la corsa per cercare di raggiungere Stefano Contini. Così come inutili sono stati i soccorsi dei medici del 118 arrivati dall'ospedale e del personale della Croce Verde. Non si è potuto far altro che constatare le morte del giovane.

IL DOLORE Sono stati momenti di immane tristezza per i genitori (impegnati come volontari nell'associazione turistica Pro loco), la sorella maggiore e i parenti. La notizia della tragedia si è diffusa velocemente nel piccolo centro del Sarcidano e sulla statale 128 si sono catapultati anche tantissimi amici del giovane appena venticinquenne che lavorava come dipendente nella falegnameria di famiglia proprio nel Corso Vittorio Emanuele, la strada diventata per lui una tomba. Ai carabinieri di Radiomobile e della stazione di Isili il compito di stabilire l'esatta dinamica di questo incidente e magari individuare se esistano precise responsabilità. Molto probabilmente (ma questo dovrà essere ancora stabilito con certezza) Stefano Contini stava effettuando un sorpasso mentre si accingeva ad abbandonare il centro abitato per raggiungere la statale che porta verso Serri e poi Mandas. La Fiat Cinquecento se l'è trovata davanti improvvisamente e poco ha potuto fare per scansarla. Neppure il tempo di pigiare il piede sui freni e tentare di inchiodare la Yamaha. Tutto inutile. Lo scontro frontale è stato fatale.

I RILIEVI I militari hanno messo sotto sequestro sia l'utilitaria del pensionato di Senorbì che la moto di Stefano Contini. I mezzi saranno esaminati dai tecnici e solo dopo il magistrato potrà decidere di restituirli ai proprietari e ai familiari del giovane.

ANDREA PIRAS
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