04 aprile 2013 alle 15:11aggiornato il 04 aprile 2013 alle 15:11
Investì e uccise una 17enne di SassariMagazziniere condannato a 16 mesi
Un magazziniere di Sassari è stato condannato a 16 mesi di reclusione per omicidio colposo. Travolse con l'auto una studentessa di 17 anni appena scesa dall'autobus. L'incidente accadde nella borgata di Ottava.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
E' stato condannato dal giudice dell'udienza preliminare di Sassari a un anno e quattro mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) Marco Pala, il magazziniere sassarese di 34 anni che l'8 dicembre 2011 investì e uccise, al volante della sua Yaris, la studentessa di 17 anni Gabriella Pinna, appena scesa dall'autobus che l'aveva riportata dal centro di Sassari alla borgata di Ottava dove abitava con i genitori. Per Pala il pm Carlo Scalas aveva chiesto due anni di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Per i difensori del magazziniere la tragedia era accaduta a causa dell'assenza di cartelli stradali all'ingresso nel centro abitato e di strisce pedonali ad avvertire che su quel tratto della Statale 131 le auto potevano trovarsi davanti a pedoni che attraversavano la strada. La colpa dell'automobilista, per la Procura, è stata quella di aver premuto il piede sull'acceleratore: percorreva la strada a 70-74 chilometri orari, dove il limite era di 50. Ma probabilmente - hanno sottolineato i difensori Pierluigi Carta e Paolo Gallizzi davanti al Gup Antonello Spanu - pure rispettando la velocità consentita dal codice della strada, l'impatto, per quella ragazzina esile, sarebbe stato comunque terribile. La difesa la scorsa udienza aveva puntato il dito contro i gestori della strada, gli enti locali, perché prima della tragedia non c'era un solo segnale che indicasse la fermata del bus, non cartelli sulla presenza di pedoni ad attraversare una strada a scorrimento veloce che pure attraversa una borgata della città come Ottava. Cartelli, semafori, strisce sono comparsi solo dopo. Alla lettura della sentenza, questa mattina in aula, erano presenti i genitori di Gabriella e la sorella Marina.
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