Non si trovano lavoratori nel settore del turismo e del terziario (tipo commessi)? Pagateli meglio e fateli lavorare in condizioni migliori: questa la risposta del segretario generale della UilTucs Sardegna, Cristiano Ardau, alla stagionale polemica sull’offerta di posti e la carenza di soggetti pronti a occuparli in vista dell’estate. 

Secondo il report mensile di Infocamere, basato sulle richieste che le stesse aziende fanno ai centri per l’impiego locali, i contratti pronti a essere firmati in Sardegna entro giugno sarebbero oltre 46mila, circa 1.600 in più rispetto all’anno scorso: la maggior parte, appunto nel settore turismo (ma ci sono anche i servizi alle imprese, la logistica, la manifattura e l’autotrasporto). Ma il 46% delle ricerche di lavoratori risulta vano. 

Il motivo, secondo Ardau, è semplice: «Il cosiddetto esercito degli introvabili merita condizioni di lavoro migliori, sia nella qualità del lavoro che nel riconoscimento retributivo», dice. Il sindacalista sostiene che «limitare il dibattito alla mancanza di disponibilità è riduttivo e offensivo verso i lavoratori del settore. Denunciamo da mesi il fallimento del sistema contrattuale e chiediamo adeguamenti salariali e il riconoscimento delle professionalità».

Secondo i dati della UilTucs in Sardegna negli ultimi 12 anni le retribuzioni sono cresciute meno della metà rispetto alla media europea, con una perdita del 15% dei salari del terziario rispetto all’inflazione, nonostante un aumento della produttività del 6%.

L’Isola è fanalino di coda in Italia per andamento delle retribuzioni, situazione che si riflette anche nel terziario. «Per alcune mansioni, il mismatch arriva al 75%, mentre in settori con retribuzioni più alte e carichi di lavoro più leggeri scende al 40%; camerieri, cuochi e banconieri guadagnano 1100/1200 euro al mese, contro i 1500/1600 di altri settori», precisa Ardau.

È comprensibile «che molti rifiutino offerte anacronistiche legate solo a contratti a termine e bassi salari, quando altrove ci sono contratti a tempo indeterminato e migliori condizioni. Le associazioni datoriali devono assumersi la responsabilità di avviare una seria riflessione e decidere con le organizzazioni sindacali un cambio di passo radicale, per permettere ai lavoratori del settore di ottenere condizioni adeguate e dignitose».

C’è un punto: le retribuzioni basse sarebbero legate alla bassa qualifica. «Una distorsione pericolosa», secondo il segretario generale, «il settore ha bisogno di maggiore qualificazione, che però alcuni imprenditori ostacolano per risparmiare sul costo del lavoro».

(Unioneonline/E.Fr.)

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