Una fuga rocambolesca dalla Libia per raggiungere l'Italia attraverso l'Egitto quella vissuta da 23 europei - tre belgi, cinque croati, un bulgaro, tre romeni - e undici italiani, che hanno dovuto lasciare Tobruk, una delle prime città della Cirenaica, dopo El Beida, a cadere in mano ai manifestanti. "Durante il viaggio abbiamo incontrato vari posti di blocco dei rivoltosi e solo grazie ad un anziano capo tribù che era con noi, e che ogni volta scendeva dall'auto e imbracciando il suo kalashnikov mediava, siamo riusciti ad arrivare al confine con l'Egitto e da qui, sempre con mezzi noleggiati da noi, abbiamo raggiunto Alessandria d'Egitto e poi Il Cairo da dove siamo partiti per Roma". Lo ha raccontato Fabio Macciotta, geometra sardo, impegnato a Tobruk con una impresa di Udine nella costruzione di strade, rete elettrica, idrica, fognaria e del gas, rientrato questa notte all'una nel suo paese, Serbariu, a pochi chilometri da Carbonia. "Raggiungere Tripoli passando per Bengasi era troppo rischioso - ha aggiunto Macciotta - troppi anche i 1.500 chilometri da percorrere senza l'appoggio di nessuno".
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