Stavolta, se nessuno interverrà, in tanti saranno costretti ad andare a insegnare lontano da casa. La decisione del ministro dell'istruzione Valeria Fedeli, che impedisce di insegnare le materie di sostegno senza abilitazione specifica, non lascia margine: l'escamotage, concordato dai sindacati e dall'Ufficio scolastico regionale, che aveva consentito alla gran parte dei professori sardi assunti con la Buona Scuola (Fasi B e C) di insegnare per un anno vicino alla propria famiglia, non si ripeterà.

I TIMORI - A lanciare l'allarme è un gruppo di docenti delle scuole medie che insegna Tecnologia. "Abbiamo vinto il concorso del 2012 e siamo stati assunti con la fase B della Buona scuola, purtroppo lontano da casa".

La grana era già scoppiata nel 2016, con centinaia di professori inizialmente costretti a fare le valigie per andare a insegnare lontano dall'Isola, a causa del celeberrimo algoritmo ministeriale sbagliato. Poi, alla fine dello scorso agosto, l'accordo sugli insegnamenti di sostegno tra sindacati e Ufficio scolastico regionale aveva aggiustato le cose. Ora, però, molti docenti sardi sono di nuovo al punto di partenza. "Chiediamo il vostro intervento", scrivono rivolgendosi alla Uil scuola. L'unica soluzione sarebbe riproporre l'accordo dello scorso anno. Ma il ministro Fedeli, blindando le assegnazioni temporanee, ha di fatto escluso la contrattazione regionale e per i docenti trasferiti la partita sembra chiusa.

LE CATTEDRE - A complicare la situazione c'è poi un paradosso: su circa 5.000 studenti sardi che hanno necessità del sostegno, i docenti abilitati sono più o meno la metà. Significa che 2.500 studenti disabili avranno un insegnante di sostegno non abilitato. Domanda: quelle cattedre, se non potranno più essere assegnati ai docenti di ruolo senza specializzazione, da chi saranno occupate? "Dai supplenti", dice Corrias, "ovvero da docenti di non di ruolo e, comunque, senza abilitazione".

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