Gli strali di Michela Murgia e la reazione dei senatori sardi: "La Rai la richiami all'ordine"
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"Non basta un profilo culturale, anche di valore, perché espressioni cariche di violenza e incitazioni all'odio siano compatibili con il servizio pubblico". Inizia così la lettera che quattro senatori sardi hanno inviato alla Rai per protestare contro le accuse, lanciate da Michela Murgia, su un post pubblicato sul suo profilo Facebook: "Senza Ryanair da Ciampino sarei mancata all'ultimo saluto a un'amica che è morta. Così auguro ai vostri figli lontani quando di andarvene toccherà a voi". Con questo messaggio si rivolge alla giunta Pigliaru e in particolare all'assessore ai Trasporti Massimo Deiana reo, evidentemente, di non saper gestire la questioni trasporti nell'Isola.
"Non può passare inosservato - scrivono Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Cucca e Luciano Uras - che una professionista (...) possa augurare pubblicamente sofferenza e solitudine, se non addirittura la morte, ad alcune persone, anche particolarmente esposte per le funzioni pubbliche che esercitano".
Il problema dei trasporti, riconoscono i senatori, fa parte delle "difficoltà vere di vita in una comunità come quella isolana, ma", aggiungono, "non autorizzano mai l'uso violento delle parole".
Per questo hanno inviato la missiva all'azienda di viale Mazzini, in virtù del fatto che la scrittrice compare in trasmissioni "di grande visibilità all'interno del servizio pubblico radiotelevisivo".
"Confidiamo che anche i vertici Rai intendano stigmatizzare tale comportamento richiamando la signora Michela Murgia a contenere le sue esternazioni, se non per civiltà almeno in un quadro di compatibilità con il servizio pubblico".
(Redazione Online/s.s.)