Geremeas, petizione per finire strada "Collegate Campuomu al mare"
Il sogno era quello di collegare la vecchia 125, dall'altezza di Campuomu, sino a Geremeas e quindi al mare: 15 chilometri di strada, per metà già asfaltata.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I guai iniziano a Corti Osi, alle pendici dei Sette fratelli: un tratto completamente dissestato, con le carreggiate strette e ridotte ad un autentico cratere lunare. Spesso i privati che hanno interessi nella zona, si sono quotati per interventi di provvisorietà. Basta un acquazzone perché tutto torni come prima. Tre i Comuni sotto accusa: Quartu, Sinnai e Maracalagonis. "Non ne possiamo più - dice Ignazio Loi, proprietario di una azienda di montagna: i tre Comuni non ci ascoltano. Eppure anni fa, erano arrivati anche i contributi per asfaltare la strada: sono stati dirottati su altri progetti. Così, le nostre aziende sono raggiungibili con difficoltà. Così le aziende, una trentina, vengono abbandonate. Così muore il turismo. Il sogno di unire due territori attorno a Campuomu, sulla 125, a Geremaes, quindi al mare, a Mari Pintau, Torre delle Stelle e Solanas, resta ugualmente un sogno". Tante le aziende agro pastorali lungo il tracciato in perenne dissesto. Qualche nome di titolari: Priamo Marcia, Ignazio Loi, Venanzio Moi, Vincenzo Orrù, Angelo Moi, Gianni Pintus, Gabriele Moi, Gianni Pusceddu: in pratica, partendo da Geremeas, quindi dal mare, è asfaltato solo il primo tratto per circa un chilometro in territorio di Quartu. I successivi tratti sino a Corti Ois e Monte Cresia, in gran parte nei territori di Maracalagonis e Sinnai, sono praticabili solo con i fuoristrada. "Per convincere le amministrazioni comunali a mobilitarsi - dice ancora Ignazio Loi - per la seconda volta, stiamo procedendo ad una raccolta di firme: ci sono tratti in cui la vegetazione copre quasi l'intera carreggiata. Transitarvi, significa anche danneggiare la carrozzeria delle auto, oltre le sospensioni e le gomme e il motore. Ricordo che questa strada apre anche la porta al Parco dei 7 fratelli. Ma oggi per metà del tragitto è dimenticata. Una strada che è stata anche il sogno di Burcei: alla popolazione si poteva dare la possibilità di raggiungere rapidamente il mare. In appena 15 chilometri. Oggi i suoi residenti sono costretti ad un percorso doppio, attraverso San Gregorio, la vecchia e la nuova 125". "Non se ne può più-aggiunge Vincenzo Orrù questa strada, una tangenziale sulla montagna, deve essere completata: a rischio, l'abbandono della stessa montagna".