Gavino Sanna: "La pubblicità è mortaCosì ho scelto di produrre vini"
Gavino Sanna ha deciso di cambiar vita all'improvviso. Da guru della pubblicità a vignaiolo. "Ho realizzato che era più logico lasciare. Ho fatto bene: la pubblicità è morta". di MICHELE RUFFI LEGGI L'ARTICOLO SU L'UNIONE SARDAPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le grandi decisioni arrivano sempre davanti allo specchio: «Una mattina di cinque anni fa mi stavo facendo la barba. Ho chiamato mia moglie e le ho detto: oggi vado in ufficio, chiamo gli americani e vendo tutto. E così è stato».
Gavino Sanna ha deciso di cambiar vita all'improvviso. Nella sua seconda vita ha messo lo stesso impegno che lo ha portato a essere uno dei pubblicitari più famosi e premiati - e anche pagati - al mondo: «In poco più di 5 anni ha portato la cantina Mesa a produrre 850 mila bottiglie all'anno. Un piccolo miracolo», dice nel giorno (venerdì scorso) in cui presenta gli ultimi vini prodotti dall'azienda di Sant'Anna Arresi. Quattro creature del nuovo giovanissimo enologo («ha ventinove anni ma ha già fatto molta esperienza, si è fatto le ossa in Cile») a cui Sanna si è affidato per Primo bianco, Primo rosato, Primo rosso e Primo scuro, ovvero la linea «per la grande distribuzione».
Vende migliaia di bottiglie di vino ma è astemio.
«Se è per questo ho fatto pure le campagne pubblicitarie per tante auto. E non ho la patente. Anche se non mi intendo di vino, ci metto di mio la puntigliosità e la severità, come in tutto quello che faccio».
Si sente più produttore di vini o pubblicitario?
«Io mi sento sempre pubblicitario, ma con la stessa intensità adesso faccio altro. Diciamo che ora promuovo la Sardegna con un testimonial d'eccezione che si chiama vino».