Traffico di rifiuti pericolosi in Sardegna, 15 indagati
Operazione dei Noe di Sassari: tre arresti e 12 divieti di dimora. Gli scarti viaggiavano tra il Cagliaritano e OlbiaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quindici misure cautelari sono state notificate dal Gip del Tribunale di Cagliari ad altrettanti indagati, accusati di aver messo in piedi un fiorente traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi tra la Gallura e il sud Sardegna. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo e portata avanti dal Nucleo operativo ecologico carabinieri di Sassari, coadiuvato dal Noe di Cagliari e dai comandi provinciali dei due capoluoghi.
Tra gli indagati, undici di origine bosniaca residenti a Olbia e Telti, e quattro italiani, rappresentanti legali o gestori di società del settore trattamento e recupero rifiuti metallici con sedi legali o operative nella provincia di Cagliari. Per tre di loro sono scattati gli arresti domiciliari e per dodici i divieti di dimora.
Le indagini sono partite nel marzo 2021, quando il Noe di Sassari individuò vicino a Olbia, in località Colcò, un sito di stoccaggio non autorizzato di rifiuti metallici che risultava gestito da una famiglia di origine bosniaca residente in città.
Secondo i riscontri dei militari, ogni giorno dei tir di proprietà di società del settore trattamento e recupero di rifiuti metallici prelevavano dalle discariche abusive ingenti quantitativi di rifiuti per trasportarli nei loro impianti nel sud Sardegna.
Raccoglievano rifiuti pericolosi (batterie esauste al piombo, apparati refrigeranti) e non pericolosi (metalli ferrosi, raee) presso imprese produttrici a bassissimo costo: quindi stoccavano il materiale e lo rivendevano ad altre ditte. Un giro affari che avrebbe movimentato oltre 1.300 tonnellate di rifiuti e generato guadagni illeciti per circa 1 milione e 400 mila euro.
(Unioneonline)