Al recente convegno “Quale sanità è possibile? − Le diseguaglianze di salute in Sardegna”, promosso dal Circolo culturale Don Primo Mazzolari, il sindaco di Tempio Pausania e presidente della Conferenza socio-sanitaria della Asl Gallura, Gianni Addis, ha tracciato un quadro della situazione sanitaria gallurese, segnata da carenze strutturali e organizzative che si trascinano da anni.

Addis ha richiamato l’attenzione sulla cronicità e sull’invecchiamento della popolazione, che rendono urgente una presa in carico continuativa dei pazienti. Il modello della “sanità di iniziativa”, che avrebbe dovuto trovare applicazione nelle Case di comunità, resta ancora incompiuto, lasciando spesso i malati cronici soli, tra visite, CUP e richieste di impegnative. A ciò si aggiungono liste d’attesa infinite e un sistema di prenotazione spesso inefficiente, che ostacolano la prevenzione e la cura.

Altro nodo critico è l’emergenza sanitaria: la Gallura, territorio vasto e a bassa densità abitativa, paga pesantemente la carenza di personale e le difficoltà di collegamento. “Da noi è tutto più difficile", ha osservato Addis. L’elisoccorso non basta, e i pronto soccorso di Olbia e Tempio, soprattutto d’estate, sono al collasso.

Va anche osservato, ha affermato il sindaco di Tempio, “che la carenza di medici di base, delle guardie mediche e turistiche, ha fatto sì che l'utenza si riversasse sui Pronto soccorso anche per dei semplici codici bianchi, contribuendo alla congestione”.

In un tale contesto, ha affermato Gianni Addis, “appare fondamentale rilanciare il ruolo dei piccoli ospedali. Il rafforzamento dei servizi territoriali è indispensabile, la rete territoriale dovrebbe essere potenziata con risorse finanziarie adeguate ma anche con dotazioni organiche e di personale tali da poter garantire la ripresa del funzionamento dei piccoli presidi. È pertanto necessaria e urgente", ha ancora affermato il presidente della Conferenza socio-sanitaria della Asl Gallura, Gianni Addis, "una rivisitazione dell'Atto aziendale che restituisca − in particolare nei presidi di Olbia, Tempio e di La Maddalena − non solo la funzione di erogatori di prestazioni sanitarie adeguate ai reparti, ma anche la dignità professionale a medici e operatori sanitari, duramente provati dalle gravi criticità che si protraggono da anni”.

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