Come si sopravvive in ambienti estremi e cosa mangiano gli astronauti? Se ne parla al Festival dell’Aerospazio, appuntamento in programma al Museo Archeologico di Olbia dal 16 al 18 ottobre.

La mostra “Space Food”, omaggiata da Altec S.p.A. ad Astec, metterà sotto i riflettori le sfide e le opportunità legate alla nutrizione in ambienti estremi con i protagonisti del settore pronti a presentare soluzioni di alimentazione compatta, sistemi produttivi indoor, come la idroponica, e le colture rigenerative, gli approcci nutrizionali adattivi e i protocolli di conservazione per missioni di lunga durata.

E fra i piatti, a sorpresa, spunta anche la fregula. La prima volta che andò in orbita fu nel 2007, quando durante un “convivio spaziale” dedicato alla cucina italiana, la piccola pasta di semola tipica della Sardegna fu servita agli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale.

A raccontarlo, nell’ambito do una tavola rotonda dal titolo “Space Food: tecnologia, gusto e sopravvivenza nello spazio profondo” (il 16 ottobre alle 15:30), sarà Stefano Polato, noto anche come lo “chef degli astronauti”: il suo cibo ha nutrito Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano, Paolo Nespoli e molti altri.  Accanto a lui Antonella Pantaleo, docente dell’Università di Sassari; Stefania De Pascale, docente dell’Università Federico II di Napoli e Valentina Sumini, architetto dello spazio. Moderatrice dell’interessante dibattito sarà Marilisa Pischedda, founder di Astec e direttrice del Festival dell’Aerospazio: «La mostra e la tavola rotonda dedicate allo space food- spiega Marilisa Pischedda - rappresentano un’importante occasione di confronto tra ricerca scientifica, innovazione tecnologica e sostenibilità. Come Festival dell’Aerospazio, intendiamo valorizzare il ruolo dello spazio come laboratorio d’avanguardia, capace di generare conoscenze e soluzioni applicabili anche al futuro dell’alimentazione sulla Terra. Lo space food non è solo nutrimento, ma un elemento di benessere e motivazione per gli astronauti: il cosiddetto bonus food è uno degli aspetti più personali nelle missioni spaziali, e di grande attesa perché restituisce valore e significato a qualcosa che sulla Terra spesso diamo per scontato e di cui si sente la mancanza nelle missioni più lunghe».

Stefania De Pascale, professoressa ordinaria di Orticoltura e Floricoltura all’Università Federico II di Napoli, autrice di “Piantare patate su Marte: il lungo viaggio dell’agricoltura”, porterà anche all’attenzione del pubblico dell’evento il risultato dello studio sull’agricoltura spaziale. «Non significa soltanto garantire l’alimentazione degli astronauti – afferma la De Pascale - ma sviluppare sistemi innovativi, sostenibili e sicuri per supportarne la vita e il benessere nelle missioni di lunga durata, sulla Luna e su Marte. Le conoscenze acquisite - spiega la docente - hanno un impatto diretto anche sulla Terra, aprendo nuove prospettive per un’agricoltura più efficiente, circolare e rispettosa delle risorse naturali».

Durante il Festival dell’Aerospazio di Olbia saranno esposte anche autentiche confezioni di cibo spaziale, progetti di ricerca e soluzioni sperimentali studiate per un ambiente microgravitazionale. L’evento, giunto alla terza edizione, non solo discute di formazione, tecnologia e impresa spaziale, ma mette “in tavola” il dialogo tra innovazione e radicamento identitario, dentro un progetto che guarda al futuro dei delicati equilibri tra cibo, uomo e pianeta.

(Unioneonline)

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