È una delle ferite aperte della Gallura: centinaia di ettari, anche in aree di grande pregio paesaggistico, sono stati trasformati in lande lunari dopo la cessazione delle attività di estrazione del granito.

Si parla di siti utilizzati per lungo tempo e mai sottoposti agli interventi di ripristino. Il problema è il pagamento delle polizze fideiussorie da parte delle società che avevano le concessioni per l’estrazione, una operazione difficile e, anche quando riesce, dai risultati del tutto insufficienti rispetto ai costi del ripristino.

A Luogosanto in questi giorni è partito un progetto che è un po’ una eccezione rispetto al problema. La Regione è riuscita a recuperare circa 400mila euro da destinare al ripristino ambientale della cava di Chiara Maria, a Luogosanto. Si tratta di una vasta area compromessa e da tempo abbandonata.

Il Comune, guidato dal sindaco Agostino Pirredda, ha aperto il cantiere su una area molto vasta, dove l’estrazione del granito ha lasciato i suoi segni. La cava è stata utilizzata da una società,  che aveva ottenuto dalla Regione le autorizzazioni alla coltivazione nel 2000, cessando le attività qualche anno dopo. 

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