«Poiché, nonostante le reiterate richieste, il Comune di La Maddalena non ha fornito informazioni in merito all’acquisizione dell’archivio Origoni, e considerato che il perdurare della situazione di incertezza esponeva a rischio la conservazione dell’archivio e non ne garantiva la sicura custodia, la Soprintendenza archivistica ha disposto la custodia coattiva temporanea dell’archivio presso l’Archivio di Stato di Sassari, ai sensi dell’art. 43 comma 1 del D.Lgs n. 42/2004, nelle more della definizione degli esiti testamentari». Una motivazione che chiama in causa l’Amministrazione comunale del sindaco Fabio Lai.

L’artista Lia Origoni, una delle sue più illustri maddalenine, era deceduta, all’età di 103 anni, il 26 ottobre 2022, «non prima di aver destinato al Comune di La Maddalena la sua antica casa posta nel centro storico e tutti gli oggetti, beni e documenti ricompresi nel suo archivio, con l’onere di realizzarvi un museo o un centro di documentazione dedicato alla sua arte». L’archivio di Lia Origoni era stato dichiarato di interesse culturale nel 2022. E così, il 22 e 23 aprile scorso, considerata l’inerzia del Comune (secondo quanto sostiene la Soprintendenza), personale tecnicoscientifico della Soprintendenza stessa, che è diretta dalla dott.ssa Monica Grossi e Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale - Nucleo di Cagliari, hanno impacchetto tutto il materiale, imbarcato e portato via;  ora si trova presso l’Archivio di Stato di Sassari.

«Se l’Amministrazione comunale avesse risposto alle nostra richieste di incontro», afferma  rammaricato Andrea Tirotto, presidente dell’Associazione Lia Origoni, costituita da un gruppo di amici dell'artista isolana per conservarne la memoria nel tempo, «in uno spirito di piena collaborazione ci saremo proposti, come associazione, come conduttori del bene, sgravando l’Amministrazione da molte incombenze, compresa quella legate alla salubrità degli ambienti nei quali l’archivio era conservato».

Emilia Origoni, a tutti nota con il nome di Lia (La Maddalena, 1919-2022), ricorda la Soprintendenza archivistica, iniziò a calcare le scene nel 1939 al Teatro dell’Opera di Roma, partecipando anche ai primi esperimenti di fonovisione promossi dall’EIAR. Proseguì la sua carriera nei più importanti teatri europei, dal Winter-Garten alla Scala di Berlino, dal Moulin Rouge a la Salle Pleyel di Parigi, dalla Scala di Milano al San Carlo di Napoli. Collaborò con numerosi e differenti artisti del suo tempo: Totò, Anna Magnani, Erminio Macario, Pippo Barzizza, Paolo Poli, ma anche Maria Callas, Tito Schipa, Sophia Loren e Renato Guttuso. La sua lunga vita è stata oggetto di una biografia pubblicata da Gian Carlo Tusceri, Lia Origoni. La violetera della Scala di Berlino tra i miti del palcoscenico del novecento europeo (ed. Sorba, 2012) e raccontata da Tore Manca nel docufilm Lia – Music non stop (2014).

L’archivio, scrive la Soprintendenza archivistica, «si compone di documentazione e altre preziose testimonianze quali registrazioni originali su vari supporti, abiti di scena, premi ricevuti e fotografie d’epoca, è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendente archivistica della Sardegna nel 2022 e riporta in vita la brillante carriera da cantante professionista, attrice e conduttrice radiofonica di Lia Origoni e la sua vivacità artistica e culturale».

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