La Maddalena prova a riaprire il dialogo sulle crociere in rada, un’attività che fino al disastro della Costa Concordia all’Isola del Giglio — e al successivo decreto Clini che vietò sosta e permanenza delle navi nei parchi e nelle aree marine protette — aveva garantito importanti ricadute economiche per l’isola. Una norma che inizialmente bloccò quasi tutti, ma che negli anni successivi è stata oggetto di diverse deroghe.

Il tema era già stato sollevato nel 2022 dall’assessore al Turismo, Gianvincenzo Belli, prendendo come riferimento i precedenti di Portofino e Porto Capraia. In quell’occasione venne convocato un tavolo tecnico con Capitaneria di Porto, Parco Nazionale e Marina Militare, proprietaria della boa nella rada di Santo Stefano che servirebbe all’ancoraggio. L’incontro, però, non portò ai risultati sperati.

Oggi Belli rilancia, anche in vista delle prossime elezioni comunali, puntando sul ruolo decisivo del Parco Nazionale. «Nei prossimi giorni incontrerò la presidente Rosanna Giudice e il direttore Giulio Plastina — annuncia — per presentare la stessa interpretazione normativa adottata a Portofino, nel Parco delle Cinque Terre, e a Porto Capraia, nel Parco dell’Arcipelago Toscano».

L’assessore non punta al ritorno delle mega navi da crociera — come quelle che nel 2025 hanno portato a Olbia 186.000 passeggeri — ma a unità di dimensioni medie e di stazza più contenuta, compatibili con i vincoli ambientali dell’Area Marina Protetta e più sicure se assistite dal servizio di pilotaggio.

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