Ad oggi, il direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, Giulio Plastina, non ha ancora ricevuto risposta alla lettera inviata il 21 novembre all’assessora alla Difesa dell’Ambiente della Regione, Rosanna Laconi. Oggetto della missiva è la richiesta di un intervento urgente per la rimozione di rifiuti pericolosi nell’isola di Caprera.

«Negli anni Novanta la Regione affidò alla società Teletron Euroricerche l’installazione di un sistema all’avanguardia di telerilevamento incendi. Il sistema venne sperimentato e reso operativo in diversi siti», ha scritto Plastima. «Anche nell’isola di Caprera vennero posizionate le telecamere e realizzata una rete capillare, collocando in corrispondenza del Monte Tejalone e del Becco di Vela gli impianti di alimentazione delle telecamere, consistenti in pannelli solari, batterie e altre strutture necessarie al funzionamento».

Il sistema di telerilevamento venne gestito dall’allora Corpo Forestale dello Stato, che aveva base in località Stagnali, nell’isola di Caprera. Intorno agli anni Duemila, la Regione «decise di abbandonare il sistema di telerilevamento e nel 2005 il Tribunale di Cagliari condannò la Regione per la colpevole dismissione dei servizi di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi».

A seguito dei sopralluoghi effettuati dal personale dell’Ente, il direttore del Parco Nazionale ha rilevato «lo stato di abbandono di accumulatori, batterie, pannelli solari e materiale vario». Da qui la richiesta urgente del «ripristino dei luoghi, con la rimozione dei materiali e degli impianti sopra elencati che, oltre a deturpare l’area, costituiscono elementi pericolosi che potrebbero dar luogo a incendi». 

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