Asilo negato: "I profughi sudanesi devono tornare a casa". Ma nessuno li trova
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Hanno bloccato strade statali e provinciali almeno tre volte, prima a La Paduledda (Trinità d’Agultu) e poi a Porto Pozzo (Santa Teresa Gallura) dopo avere preso parte, due settimane fa, alle proteste organizzate dai richiedenti asilo a Ventimiglia.
Per una decina di profughi sudanesi, ospitati sino a martedì scorso in un hotel di Porto Pozzo, è arrivato il decreto di espulsione firmato dal questore di Sassari.
Il provvedimento è scattato dopo l’identificazione dei giovani del Sudan, procedura alla quale non volevano sottoporsi.
Ora i richiedenti asilo hanno dieci giorni per lasciare l’Italia, e, ovviamente, nessuno sa dove siano finiti.
Di sicuro, quando erano a Ventimiglia protestavano per poter entrare in Francia e una volta trasferiti in Sardegna (hanno detto di essere stati ingannati, pensavano di raggiungere con un volo charter una località della Penisola) hanno iniziato subito a chiedere di poter lasciare l’Isola.
Altri 17 sudanesi, partiti a piedi da Porto Pozzo con direzione Olbia, dopo essere arrivati nel porto dell’Isola Bianca e avere tentato inutilmente d’imbarcarsi, sono rientrati, sempre a piedi, a Porto Pozzo. In tutto, circa cento chilometri.