«Questa volta abbiamo voluto presentare una ricerca storica che inizia con un documento straordinario, che si trova a Parigi presso la Biblioteca Nazionale di Francia; si tratta di una carta del 1290 nella quale compare per la prima volta il toponimo di Porto Cervo»; a parlare è Mario Sotgiu, presidente dell’associazione La scatola del tempo. 

Il documento è esposto nella mostra, dal titolo, Porto Cervo nell’antica cartografia, inaugurata nei giorni scorsi ad Arzachena e ubicata presso l’ex chiesa di San Pietro.

Vi sono esposti una serie di carte e documenti che, a partire dal 1290, attraversando il medioevo e i secoli successivi arrivano all'800. Tutte preziose rarità o comunque poco conosciute, scovate, scoperte e valorizzate da una persona come Mario Sotgiu, fortemente spinto da una spiccata curiosità e da una passione incredibile oltre che da competenza e conoscenza della materia.

La mostra presenta una creazione artistica del gruppo Infioratori San Pietro di Arzachena, realizzata con cristalli di sale marino, raffigurante, l’antico approdo di Porto Cervo, datata appunto, 1290. Nella cartografia esposta spicca tra l'altrero una carta di 1583, di un cartografo fiammingo, «che per la prima volta indica i toponimi di Arzachena, con la dicitura “Archena” e Porto Cervo con la dicitura “Cervio”, che ci fa capire che qui c’era già vita in quel periodo, consentendo di retrodatare l’origine sia di Porto Cervo che di Arzachena».

Ma anche di molto, molto tempo, come dimostra un altro documento esposto, addirittura del 1173, un accordo tra l’Opera di Santa Maria (ente economo del Duomo di Pisa) e vescovo Bernardo di Civita, oggi Olbia. Si tratta di un contratto tra l’Opera di Santa Maria di Pisa e il vescovo di Civita «per dividere diritti di proprietà su chiese, corti e pertinenze in tutto il Regno di Gallura» (tra cui Loco Demola oggi Monti di Mola, e quindi Porto Cervo). «Nella divisione erano comprese anche 2 serve con figli».

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