Chi non ricorda i tempi in cui molte compagnie aeree viaggiavano accumulando ritardi colossali. 

Immagini sbiadite di un passato molto lontano.

Ora si fa a gara per garantire la puntualità ed il rispetto degli orari, come si dice in gergo, “schedulati”.

Da molti anni, in particolare con l’avvento dei vettori low costa, capita spesso e volentieri che il volo arrivi addirittura in anticipo, aspetto non secondario e molto apprezzato dai viaggiatori.

Questo fenomeno è accaduto anche mercoledì notte all’aeromobile proveniente da Fiumicino, atterrato nello scalo di Olbia 15 minuti prima dell’ora prevista, secondo il racconto di Angela Asara mamma di due bambini (8 e 12 anni) che avrebbero dovuto viaggiare su quell’aereo.

I figli di Angela erano parte di una comitiva di 27 piccoli tennisti con tre accompagnatori, partiti alla volta di Roma per assistere agli Internazionali di tennis in corso di svolgimento nella Capitale.

Il ritorno dalla bellissima esperienza era stato organizzato per l’11 maggio con il volo Fiumicino-Olbia di Volotea delle 20.50.

Purtroppo gli inconvenienti del traffico delle grandi città costringono il gruppo gallurese ad un arrivo rocambolesco all’Aeroporto Leonardo Da Vinci.

Sono in possesso delle carte d’imbarco, nessun bagaglio da stivare e tanta tanta angoscia per l’incedere dei minuti. Le regole sono chiare: la porta d’imbarco chiude 15 minuti prima del decollo.

Una prima parte del gruppo riesce ad arrivare pochi secondi prima della chiusura del gate per il controllo delle carte d’imbarco, gli altri seguono a distanza di alcuni minuti, sono un po’ indietro a causa dei controlli di sicurezza.

C’è smarrimento perché al gate il clima non è dei migliori: stanno chiudendo le porte e la comitiva rischia di essere divisa.

I primi arrivati decidono di effettuare il controllo per prospettare la situazione al personale di bordo. All’ingresso nell’aeromobile fanno presente alle hostess che il resto della comitiva è in arrivo nel giro di pochi minuti.

Il comandante Enrico Marion è inflessibile: l’aereo sta chiudendo le porte ed il regolamento parla chiaro, ai passeggeri la decisione di sbarcare o partire.

Ad uno degli accompagnatori e ai primi sette bimbi arrivati in orario non resta che abbandonare l’aereo e vedersi sbarrare davanti ai loro occhi il portellone dell’aereo. Di lì a poco arrivano gli altri ma il disastro è compiuto.

La notte si trascorre nella Penisola: amarezza, sconcerto e rabbia prevalgono, ma la decisione del Comandante sembra non poter essere contrastata.

Era il penultimo volo della giornata per il Costa Smeralda, nessuna coincidenza da garantire all’arrivo né disagi per gli altri passeggeri visto che il tempo reale di percorrenza del viaggio è solitamente inferiore a quanto indicato nel biglietto: perché tutta questa fretta di chiudere le porte, si sono chiesti increduli i genitori,  perché, a loro avviso, era questione di massimo 300 secondi.

Mamma Angela, ex dipendente di Air Italy, le ha provate tutte: si è recata a Olbia in aeroporto e la Geasar, la società di gestione dello scalo gallurese, ha seguito passo passo la vicenda.

In tanti si sono prodigati per cercare di risolvere la situazione, ma l’equipaggio ha applicato le regole alla lettera.

Il team operativo di Volotea ha reperito alla sfortunata pattuglia di piccoli sportivi un hotel nelle vicinanze della Città eterna, che era sold out in tutte le strutture, ed il relativo transfer per la notte ed il giorno seguente per il rientro all’aeroporto, tutto a carico della compagnia di Carlos Munoz.

Non solo, il gruppo è stato costretto a viaggiare su Alghero visto che i voli per Olbia del giorno successivo erano completi. Un’ulteriore gita imprevista nello scalo catalano che il gruppo avrebbe volentieri evitato.

E la compagnia spagnola si è accollata anche il trasferimento da Alghero ad Olbia pur di alleviare il disagio di questi giovanissimi passeggeri che ricorderanno a lungo una brutta esperienza sulle rotte della continuità territoriale.

Alcuni genitori hanno incaricato un legale di segnalare l’accaduto ed il comportamento del comandante Marion alla Procura di Tempio e potrebbero esserci sviluppi.

Questa volta l’arrivo in anticipo a Olbia non è stato gradito come al solito.

Ne valeva veramente la pena?

L.P.

© Riproduzione riservata