Fratellini di tre e quattro anni prigionieri della porno-mamma
Segregati nella cameretta al buio, porta e finestra sigillate. Giocavano in mezzo ai loro escrementi. Due bimbi di 3 e 4 anni sono stati ritrovati dai carabinieri in un appartamento, a Capoterra. Arrestata la madre che si dedicava alle chat erotiche. Nel 1992 aveva ucciso il compagno e nascosto il corpo sotto la culla della figliaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La cameretta degli orrori non ha mai visto il sole. Porta chiusa a chiave, finestra sigillata. Nel soffitto al posto della lampadina, un buco. Solo due lettini e un armadio. L'unico gioco? I pannolini, tra pavimento e muri sporchi di escrementi. Qui due bimbi, 3 e 4 anni, hanno vissuto segregati chissà per quanti mesi. Fino a mercoledì sera quando i carabinieri sono entrati in un appartamento di Capoterra, facendo l'atroce scoperta. La madre trentottenne è finita in carcere con l'accusa di maltrattamento e abbandono di minori. Avrebbe segregato i figli per occuparsi del suo lavoro: chat erotiche.
LA SEGNALAZIONE La donna (una condanna per omicidio commesso nel 1992 in una città del nord Italia) era tornata a Capoterra per trovare i parenti lo scorso dicembre. Con i due bimbi ha deciso di restare nella cittadina. La sua storia non è passata inosservata. Il Tribunale per i minorenni dell'ultimo Comune di residenza aveva inviato una serie di segnalazioni ai colleghi di Cagliari. La segnalazione è arrivata all'amministrazione di Capoterra che ha avviato dei controlli con gli assistenti sociali. Anche i carabinieri della locale stazione e i colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale hanno svolto degli accertamenti.
LA STANZA Sono bastati pochi giorni per far nascere dei sospetti. La donna usciva da casa di pomeriggio per tornare la sera, tardi. Parecchie ore lontano dai bimbi. Gli investigatori avrebbero poi accertato che si occupava di chat e telefonate erotiche. Mercoledì il blitz dei carabinieri, accompagnati dagli assistenti sociali e dalle vigilesse della polizia municipale di Capoterra. Dentro una camera da letto, chiusa a chiave e completamente al buio, c'erano i due bimbi. Il più piccolo ha faticato ad abituarsi alla luce. Erano in condizioni igieniche precarie, costretti a vivere in mezzo agli escrementi, l'unico loro gioco. La maniglia della finestra sbarrata con dello spago: da un minuscola fessura entrava un filo d'aria. La serranda completamente abbassata.
IL CIBO Come ricostruito dai carabinieri, i bimbi mangiavano a orari sballati. A volte saltavano uno dei pasti. La madre, curata e ben vestita, si sarebbe difesa: «Non sono denutriti e sono vestiti. Non escono perché giocano con l'acqua e ho eliminato la luce perché dava fastidio». Il tempo di informare il pm di turno, Alessandro Pili, e la trentottenne è finita in una cella del carcere di Buoncammino. I bimbi, che hanno difficoltà nel parlare, si sono mangiati un bel panino con prosciutto, divertendosi a giocare con i nuovi amici, carabinieri e vigili urbani. Dell'assenza della madre non si sarebbero neanche accorti. Il Tribunale per i minorenni li ha affidati a una casa famiglia.
MATTEO VERCELLI